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Approvata la Riforma della Legge sulle Intercettazioni: Limite di 45 Giorni Rinnovabili

La Camera dà il via libera alla nuova normativa, ma la misura solleva polemiche tra opposizione e magistratura, con preoccupazioni per l'efficacia delle indagini su alcuni reati

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Con 147 voti favorevoli e 67 contrari, la Camera ha approvato la tanto discussa riforma della legge sulle intercettazioni, che introduce un limite di 45 giorni per la durata delle intercettazioni, rinnovabile solo in casi eccezionali. La misura, già approvata dal Senato lo scorso 9 ottobre, stabilisce che le intercettazioni possano essere prorogate solo se giustificate da “elementi concreti e specifici” emersi durante le indagini. Tuttavia, i reati di terrorismo e criminalità organizzata sono esclusi da questa limitazione.

La norma ha suscitato un acceso dibattito all’interno della maggioranza, soprattutto per quanto riguarda l’esclusione dei reati legati alla violenza contro le donne (reati da “codice rosso”) dal limite dei 45 giorni. Sebbene la proposta iniziale non prevedesse l’esclusione di questi crimini, si è deciso di mantenere il testo approvato dal Senato, con l’impegno del governo ad adottare un provvedimento separato per affrontare questa specifica questione.

Per il deputato di Forza Italia Enrico Costa, si tratta di una “norma di civiltà giuridica”, ma l’opposizione e la magistratura hanno espresso forti preoccupazioni. Federico Cafiero de Raho, ex procuratore nazionale antimafia, ha definito il periodo di 45 giorni “irrilevante”, sottolineando che molti reati gravi potrebbero restare impuniti senza la possibilità di intercettazioni prolungate.

Anche il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha criticato la riforma, avvertendo che la sua attuazione potrebbe limitare la possibilità di indagare su crimini complessi e gravi. Carlo Calenda, leader di Azione, pur riconoscendo la necessità di limitare le intercettazioni, si è astenuto, sottolineando che queste possono danneggiare vite private se usate in modo indiscriminato.

L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha condiviso preoccupazioni simili, affermando che la nuova normativa potrebbe rendere più difficile l’accertamento della verità in casi di rapine, violenze sessuali e maltrattamenti sui minori, situazioni in cui le intercettazioni possono essere cruciali per le indagini.

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