L’inizio del nuovo anno segna una fase difficile per le famiglie calabresi, già in difficoltà a causa di rincari sui prezzi di beni di prima necessità come pane, pasta e carne. Questa situazione è il risultato diretto dell’aumento dei costi energetici, che ha colpito duramente il settore alimentare. Conseguentemente, i rincari di luce, gas e carburanti, già iniziati, si ripercuotono pesantemente sulla spesa quotidiana degli abitanti della Calabria.
A novembre, l’inflazione in Calabria ha raggiunto il 1,3%, un dato in linea con la media nazionale, ma che non rende giustizia alle difficoltà vissute dalle famiglie locali. Un recente report evidenzia come le famiglie calabresi si trovino a dover affrontare una spesa annuale in più di 220 euro, un incremento considerevole che mette a dura prova i bilanci familiari.
Particolarmente colpite sono le famiglie che risiedono nelle province di Cosenza e Reggio Calabria, dove si rileva un incremento di 266 euro per famiglie di tre persone. Questo peso economico aggiuntivo è emblematico delle difficoltà che il sud Italia continua a fronteggiare, amplificate dalla crisi pandemica che ha già messo a dura prova i settori più deboli dell’economia.
La situazione è aggravata da fattori esterni, come le tensioni internazionali e l’instabilità dei mercati, che hanno contribuito a mantenere i prezzi su livelli elevati. Le previsioni non sono confortanti, e molti analisti si aspettano che il trend negativo continui nel corso dell’anno.
Le famiglie calabresi si trovano quindi a dover rivedere le proprie abitudini alimentari e di spesa, cercando di adattarsi a una situazione che sembra non dare tregua. È evidente che ci vorrà un impegno coordinato da parte delle istituzioni locali e nazionali per affrontare questa crisi e fornire supporto concreto a chi ne ha maggiore bisogno.