Nel panorama delle indagini giudiziarie italiane, il nome di Vincenzo Speziali è tornato alla ribalta, questa volta si inserisce nella famosa inchiesta di Perugia sul caso “dossieraggio”. In un’intervista esclusiva, Speziali si è dichiarato pronto a rilasciare nuove rivelazioni sia alla Commissione Antimafia che alla Procura di Perugia, su un’inchiesta che vede coinvolto anche il tenente colonnello Pasquale Striano, già protagonista di indagini precedenti come ”operazione Breakfast”. Speziali non solo denuncia metodi investigativi che ritiene “poco ortodossi,” ma solleva dubbi su un presunto sistema che potrebbe aver condizionato diverse inchieste, inclusa la sua.Speziali è un politico di lungo corso, orgogliosamente democristiano, formatosi alla scuola dei grandi maestri della DC: Francesco Cossiga, Giulio Andreotti, Amintore Fanfani, Arnaldo Forlani, e Aldo Moro. Con la determinazione di Fanfani e l’acume polemico di Cossiga, Speziali non si tira mai indietro quando si tratta di difendere la verità. Anche se lo stesso Speziali si diverte a sottolineare come, nonostante sia considerato un “figlio adottivo” di Forlani e un devoto di Moro, caratterialmente si avvicini più agli spiriti battaglieri di Cossiga e Fanfani. “È l’eterogenesi dei fini,” dice ridendo, paragonando con ironia la sua personalità a una ricetta apparentemente improbabile, come “pasta con fagioli e cozze.” Questa combinazione unica di influenze rende Speziali un personaggio complesso e intrigante, capace di coniugare rigore intellettuale e prontezza polemica, qualità che lo rendono una figura di spicco sia nella politica che nel giornalismo.L’intervista che segue offre uno spaccato su un caso che rischia di trasformarsi in un vero e proprio terremoto giudiziario, con implicazioni che vanno ben oltre i confini dell’Italia. Nell’indagine perugina, c’è anche il tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano (destinatario di una richiesta di carcerazione preventiva), il quale fu uno che condusse le indagini a carico di Speziali, nel procedimento Breakfast a Reggio Calabria e lui con tutti gli altri inquirenti (magistrati compresi), assieme a qualche nostro collega giornalista, si ritrovano persino indagati a Beirut, dove Speziali e la moglie, hanno sporto denuncia, innanzi all’Autorità Giudiziaria libanese.
D:Mi spiega una cosa? Come riesce a fare tutto, a seguire ogni questione e a non lasciare mai ‘nulla in sospeso’? Principalmente, alla fine, ha la capacità di dimostrare sempre quanto dice e sostiene, persino in questa vicenda del dossieraggio e del modo in cui si portano avanti le inchieste. Ha un segreto per ‘vincere’?
R: Ma quale segreto, semmai si tenga costantemente presente, che io sono una persona perbene, indomitamente coraggiosa, determinatamente coerente, vengo da Bovalino (lo dico con orgoglio e comunque non guasta ribadirlo) e, ‘last but not least’ (ultimo ma non meno importante), principalmente un democristiano genetico. In più, parimenti a quanto era solito affermare Francesco Cossiga, pure il sottoscritto ‘dimentica ma ricorda’, anzi, rammentando persino Giulio Andreotti, ho preso sin da giovane, la sana abitudine di conservare tutto. Insomma, non avendo notoriamente attitudini a praticare l’attività sportiva, il mio hobby consiste nell’arricchire un personale e affollato archivio, quindi come di incanto, quando lo cito, come di incanto, chi deve tacere tace. E comunque, modestamente, studio, penso molto e ragiono sulle ‘mosse’. Tutto qui, benché so perfettamente che non è poco. Anzi per tantissimi è impossibile.
D: Veniamo a quanto sta accedendo a Perugia e sull’inchiesta divenuta una bufera per la DNA. Lei ci sta mettendo il suo carico da novanta. È contento?
R: Premesso che la bufera come la chiama lei è circoscritta alla gestione in capo a ‘Cafierocomesichiama’, il quale fu in precedenza Procuratore Capo a Reggio Calabria e sotto la sua direzione, suddetto ufficio avvio` l’inchiesta che mi coinvolse e dalla quale sono uscito, grazie alla pregevole azione di assistenza legale dell’ottimo Giancarlo Pittelli e poi in una coda importante con il grande Armando Veneto. Un altro mio avvocato, invece, di cui non faccio il nome per non dargli importanza, sarà convocato a Beirut, proprio dall’Autorità Giudiziaria e qui mi fermo. Vedremo se qualcuno avrà l’ardire di derubricare quel che dico come fantasie. Spesso lo si fa perché si tenta di insolentirmi, proprio con la pia illusione di farmi stancare. Invece mi incarognisco di più, perciò come si direbbe a Roma “so` c…i. Se semo capiti”?
D:Perfettamente e d’altronde è noto il suo carattere. Invece, ci può dire qualcosa in merito alla sua rinnovata richiesta di essere audito dalla Commissione Antimafia, a cui adesso aggiunge persino la disponibilità che ha manifestato nei confronti della Procura di Perugia?
R: Presto detto. Parte degli indagati attuali, sono gli stessi che espletavano le indagini su di me, perciò siccome mi pare di capire che a costoro si contesterebbe un sistema metodico, solamente per amore di verità e giustizia, intendo mettere a conoscenza gli ulteriori organi preposti (visto che altri lo sono già e a norna di legge, per di più con tanto di notifiche attraverso i canali diplomatici). Soprattutto, desidero illustrare quanto di mia conoscenza e del relativo procedimento in corso a Beirut, poiché sarebbe di ulteriore spunto e supporto alle indagini. Si badi bene, tale atto legale libanese, comunque sia, sfocera` in un processo serio, innanzi al giudice naturale, ovvero la magistratura locale, poiché si basa, al novanta per cento, squisitamente sulla scorta degli atti che gli inquirenti hanno sottoscritto e che qui hanno valutato di configurarli quale ‘notitia criminis’.
D:Bella soddisfazione per lei. Tra l’altro, sin dall’inizio di questa vicenda ha sempre detto che sarebbe finita così o comunque avrebbe fatto di tutto in tal senso. Ma allora è vero quando si raccontano le sue doti di preveggenza. O sbaglio?
R: Ciò non lo posso dire io, sebbene so di possedere una dote di preveggenza e comunque quando dico le cose si avverano sempre, inesorabilmente, prima o poi, presto o tardi. Ad ogni modo, può darsi pure che io sia un notorio jettatore e se così fosse me ne vanto. Tra l’altro la jettaura è una condizione dell’essere, non certo un reato, sebbene al sottoscritto si sono imputati crimini inesistenti e non contemplabili dalla procedura e dal buonsenso comune. Insomma, nei miei confronti si è applicata una sorta di ‘giurisprudenza creativa’.
D:La battuta non la perde mai, vero?
R: È vero, non me ne perdo nessuna, sia in senso ironico, sia quelle di caccia. Lo sa? Esse sono pure molto chic, ovvero un ritrovo mondano, ma ciò non lo possono comprendere, né conoscere chi mi ha ‘incolpato’. Modestamente frequento capi di stato e teste coronate, loro, i miei accusatori, diversamente da me, invece, capi e teste di altro rango e genere.
D:Lei ha dichiarato di non avere mai avuto cenno di evidenza e di risposta dalla Commissione Antimafia. Si è fatto un’idea del perché?
R:Non ho un’idea, ma una certezza, la quale rassegnero` ai magistrati libanesi, visto che sulla scorta dei nuovi eventi, ho chiesto di essere ascoltato nuovamente. Almeno da queste parti non esistono ‘strane coincidenze’. Sa quali sono? Gliene dico una immediatamente, quasi fosse un postulato o un apoditticismo, cioè non dimostrata a prescindere . Ha fato caso che gli ultimi tre Procuratori Nazionali Antimafia, sono transitati, direttamente nell’agone politico? Intendiamoci quanto vediamo sia essere oggi la politica è in gran parte politicume, ma la tal cosa è un’altra storia. Piuttosto, faccio notare che tutti loro, ovvero Piero Grasso, Franco Roberti e Federico ‘Cafierocomesichiama’, li ritroviamo, in varie declinazioni delle organizzazioni sinistrorse, quindi il primo con Liberi e Uguali, il secondo intruppato nel PD e il terzo, nientepopodimeno che nei ‘Cinquestalle’, anzi chiedo scusa (fate vobis se vero o meno l’atto di perdono), ma intendevo i Cinquestelle.
D: In merito al procedimento in corso a Beirut, abbiamo visto l’incartamento originale che negli anni lei ha spedito e in effetti vi sono questioni serissime, poiché tutto è agli atti. Ma in Libano cosa ne pensano, benché risulta chiara la loro intenzione di non lasciar correre questa vicenda o derubricarla.
R:Mi consentirà che sul punto non rispondo, poiché giustamente non conosco e non devo conoscere le determinazioni dei magistrati. Certamente ho cognizione di quanto prevede la normativa vigente per i reati avverso i quali si sta procedendo da parte loro e nel rispetto del Trattato Bilaterale di reciprocità e assistenza giudiziaria con l’Italia. Cioè per meglio capirci, sarebbe contemplato l’arresto e la richiesta di estradizione, in primis. Poi, si vedrà, epperò, intanto mi va bene già così. E guardi che sono implicati, senza svelare nulla, pure alcuni ‘pennivendoli megafonisti’, i quali passano per giornalisti, mentre sono adusi al ‘giornalisticume moralistico e neogaicobino’, per di più al netto di dare notozie, le quali sarebbero coperte dal segreto istruttorio.
D:C’è pure questo, nella vicenda?
R: Certo! Ho le prove, ricavate, ahimè all’epoca e ahiloro oggi, poiche` ovviamente consegnate al Giudice Istruttore di Beirut, laddove pure questi due soggetti operanti in redazioni giornalistiche o presunte tali, anticipavano le mosse della Procura, con una precisione millimetrica. Non solo io quindi, nelle mie rimostranze e negli interrogatori, ma credo pure l’Autorita` competente chiederà spiegazioni e potrebbe contestare a tutti, persino questo ulteriore capo di imputazione.
D:Ormai, è una lista infinita. Sono tutti assieme legati, giusto?
R:La lista sarà pure infinita, ma tanti hanno partecipato a questa vicenda, senza alcun pudore e freno inibitore. Purtroppo, ora che mi fa ripensare, è vero, sono tutti assieme appassionatamente, come dal titolo del film di Julie Andrews. E comunque, almeno quest’ultima stia tranquilla, poiché non sarà indagata, almeno in Libano, benche`visto quanto è accaduto a me e rammentando le accuse rivoltemi, a Reggio Calabria e tutti gli inquirenti coinvolti nella mia inchiesta, sarebbero capaci di indagare e poi procedere persino verso ‘Mary Poppins’.
D:Se la Commissione Antimafia non dovesse concocarla, visto che lei lancia un sospetto circa il motivo, cosa fara`?
R:Qualora accadesse, e tutto sarebbe riconducibile alle questioni di qualcuno, di cui accennavo prima e non sono in tal caso i pubblici ufficiali coinvolti, solleverei un polverone maggiore, poiché si dovrà spiegare pubblicamente anche questo. Tra l’altro, la Commissione medesima, sebbene durante passate legislature, ha legittimamente audito discutibili soggetti, come il falso testimone Paolo Costantini, tra i convenuti nel procedimento a Beirut, poiché ha rilasciato testimonianza mendace. Badi bene, costui era Capocentro dei nostri Servizi negli Emirati Arabi e dal suo stesso dipartimento è stato allontanato, pure perché sexlo sono riritrovati coinvolto, nell’inchiesta della CPL Concordia, cioè la cooperativa invischiata in una brutta faccenda di mazzette nel campo delle esplorazioni e delle concessioni gassifere. Comunque sia, confido, che almeno la Procura vorrà convocarmi, poiché potrei essere, a fronte di verità e non di infamanti diffamazioni, utile per i riscontri che stanno cercando.
D:A proposito della Procura di Perugia, ha letto la nota diffusa ieri, dal Procuratore Cantone? E se l’ha letta, che ne pensa?
R:Certo che l’ho letta e pure molto attentamente. Il Procuratore, difatti, nel motivare la sua richiesta di ordinanza cautelare, al momento rigettata dal GIP -benché quest’ultimo, però, concorda nel merito con il grave quadro indiziario degli indagati- dicevo il Procuratore perugino, pure nel suo ricorso al Tribunale del Riesame, fa presente, che ha ravvisato comportamenti tesi ad ostacolare le sue indagini. Come vede, si riconferemerebbe ‘un modus comportamentalis’ reiterato nel tempo, se non altro da Striano, il quale ha pure confermato in una sua intervista, che spesso, otteneva ‘dei risultati’ (per me fallaci) non ‘seguendo o osservando’ i canoni di legge. A chiunque, perciò pure a me, chi ci rassicura come le informazioni raccolte a carico di tutti coloro i quali siamo stati ‘attenzionati’ da costui, dai suoi superiori o da chi dava delega investigativa, ogni risultanza è avvalorata dalla normativa vigente? Lo vede? È un sistema, terrificante, che deve essere sanzionato, quindi, la frase ‘signori si scende’, vale per tutti, conducente compreso. E qui, il conducente, sono i vari PM che hanno coordinato le indagini ‘strianesche’ e di lui consimili.
D:Dica la verità, si sta divertendo?
R: Da morire e credo che sia giusto e normale. Ma patti chiari, se si inventasero altre pastranate, sarebbe ulteriore prova a mio favore qui a Beirit e peggiorerebbe la di loro già delicata posizione processuale, mentre in Italia, nessuno crederebbe a fantasie calunniose, di qualsivoglia genere, avverse a me, da chiunque degli investigatori. Piuttosto i convenuti a giudizio, avessero lo stile e il doveroso decoro di sottoporsi al vaglio di chi ha diritto a indagare prima e successivamente a celebrare, eventualmente, giusto processo, sennò ho ragione a dire quel che dico, oltre a vederlo dimostrato, per tabulas, al netto comportamenti altrui.