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Catanzaro, 200 pazienti in ostaggio al Pugliese-Ciaccio: il collasso della sanità che Miserendino e Occhiuto nascondono

Il sistema CUP bloccato da sabato, nessun intervento, pazienti lasciati nell’incertezza. Il grande inganno della sanità “che migliora”: mentre Occhiuto e i suoi manager fanno propaganda, in Calabria si muore per l’inefficienza del sistema. Il caso Serafino Congi a San Giovanni in Fiore e la farsa del potere

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Catanzaro, il collasso della sanità che Miserendino nasconde: 200 pazienti in ostaggio al Pugliese-Ciaccio

Questa mattina, presso l’Ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, circa 200 persone hanno vissuto un’odissea che testimonia in modo drammatico il disastro della sanità calabrese. Il sistema informatico del Centro Unico Prenotazioni (CUP), quello che dovrebbe garantire la regolarizzazione delle ricette e l’emissione dei ticket per esami e visite, è fuori uso da sabato. Sì, da sabato. Eppure, fino a oggi nessuno ha mosso un dito per risolvere il problema. Il risultato? Decine di pazienti costretti a un’attesa infinita, persone che devono fare analisi prima di interventi chirurgici o terapie salvavita lasciate in balia di un apparato burocratico insensibile e inefficiente.

A segnalarlo è una nostra fonte, che si è trovata in prima persona bloccata in questa situazione: “Io dovevo fare le analisi del sangue perché ho un problema e devo partire per Milano per le cure. Ma qui è tutto fermo. E il direttore, che sapeva, arriva solo dopo ore, con calma, come se nulla fosse. Intanto, la gente aspetta disperata.” Il quadro è chiaro: mentre i pazienti restano ostaggio di un sistema allo sfascio, chi dovrebbe intervenire non si preoccupa minimamente di farlo.

Il responsabile del Settore Sistemi Informativi dell’Azienda Ospedaliera è il dottor Pier Raffaele Martorelli, mentre la Direzione Medica di Presidio è affidata al dottor Gianluca Raffaele. Ma oggi la responsabilità non è solo dei tecnici. Il problema è sistemico, è politico, è il riflesso di un’intera macchina amministrativa che, anziché risolvere le emergenze, le ignora, nella certezza che il disastro quotidiano della sanità calabrese resti avvolto nel silenzio o, peggio ancora, coperto dalla propaganda.

Il grande inganno: la sanità calabrese “che migliora”

Non è il primo caso, né sarà l’ultimo. Segnalazioni di questo tipo ci arrivano ogni giorno. Casi di pazienti costretti a rinunciare a cure essenziali, di attese interminabili per visite ed esami, di reparti lasciati allo sbando. Tutto questo è la realtà della sanità calabrese. Ma guai a raccontarla.

Da giorni assistiamo al teatrino vergognoso di chi, come il commissario Giuseppe Miserendino, va in TV – su TG3, senza contraddittorio – a raccontare la fiaba criminale di una sanità “in ripresa”. Lo spot, miserabile, di un manager che invece di assumersi la responsabilità di questi continui disservizi, preferisce diffondere propaganda. Dov’era Miserendino oggi? Dove sono i suoi proclami quando 200 persone restano bloccate per un guasto che nessuno si è premurato di risolvere?

Occhiuto, il peggior commissario della storia

E poi c’è lui, il regista di questa farsa: Roberto Occhiuto, il presidente-commissario che, in questi vent’anni di commissariamento della sanità, sta riuscendo nell’impresa di essere il peggiore di tutti. Peggiore non solo per la sua incapacità di affrontare i problemi, ma soprattutto per il suo tentativo sistematico di offuscarli con una comunicazione farlocca, costruita sulla menzogna.

La realtà è sotto gli occhi di tutti: la sanità calabrese è al collasso, mentre lui si circonda di manager incapaci e di burocrati distaccati dalla realtà, gente che lascia in panne un ospedale per giorni senza muovere un dito. Oggi è il CUP del Pugliese-Ciaccio, domani sarà il pronto soccorso di San Giovanni in Fiore, dove un uomo di 48 anni, Serafino Congi, muore perché il sistema non è in grado di trasferirlo tempestivamente. Ma tranquilli, perché c’è la sindaca Rosaria Succurro che ci rassicura: nel teatrino della propaganda, dopo la tragedia, ha avuto la faccia tosta di mettere in piedi la farsa dell’elicottero che atterra anche di notte nel campo sportivo, accreditandolo come una “grande conquista” della sua amministrazione. Un servizio che è sempre stato possibile e che oggi, con la complicità di burocrati e dirigenti sanitari compiacenti, viene venduto come la grande risposta alla morte di un cittadino.

Un guasto informatico oggi, un pronto soccorso inefficiente domani, un paziente che muore dopodomani. Il vero guasto, in Calabria, non è un software. È il sistema. E i responsabili di questo disastro continuano a nasconderlo dietro le loro menzogne.

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