Se i sondaggi per le Europee, peraltro tanto cari a Silvio Berlusconi quand’era in vita e faceva il capo-partito, diffusi da poco fossero perfettamente rispondenti alla realtà e definitivi, sarebbe un mezzo sconquasso. Perché se Forza Italia (ri)sorpassasse la Lega, dopo oltre un decennio, allora ci sarebbero molte conseguenze nello scacchiere politico. Nazionale in primis. È chiaro. Ma poi, scendendo per li rami, anche locale. Come a Catanzaro, ad esempio. Dove, tramontata l’era Mimmo Tallini, il partito a livello cittadino si è ritrovato attorno alla figura del giovane Marco Polimeni con i rientri di Sergio Costanzo e Luigi Levato. I quali di certo non hanno velleità per Bruxelles. Ma che dovrebbero invece essere in lizza per le Regionali del 2025. In pole per provare ad approdare nell’assise di Palazzo Campanella Polimeni, forse in gioco Costanzo, non Levato.
Certo però che questi ragionamenti a due anni e mezzo da quella tornata paiono prematuri, se non inutili. Le considerazioni da proporre, semmai, sono altre. E relative all’interesse sul partito dei moderati che guardano a destra, per giunta… deberlusconizzato e nelle ‘mani equilibrate’ di Antonio Tajani. Che torna dunque a far gola. A tanti. Come premesso, pure in cima ai Tre Colli. Dove l’idea di una Fi all’8%, se non oltre nel Paese, e storicamente ancor più quotata al Sud e soprattutto in Calabria stuzzica parecchia gente. Pronta a richiedere ‘asilo’, quando servirà. Ma resta l’affaire Comune, in cui i soliti immancabili transfughi hanno fatto il ‘salto della quaglia’ accasandosi sin dal giorno dopo le Amministrative di giugno ’22 con il compagno(?) Nicola. Fiorita, come ovvio. In merito, tuttavia, va detto che un Polimeni così come suoi colleghi, eventualmente a caccia di preziosi consensi per le Regionali, al momento opportuno saranno disposti al… perdono. Che però, statene certi, non riguarderà i big. E per un mero fatto di concorrenza interna. Non di principio o di ideale. Ecco allora che sulla blacklist di quanti in ‘maglia azzurra’ sono rimasti prima, durante e dopo le Comunali di circa 21 mesi fa, ci sono finiti alcuni nomi. Relativi a chi, pur mai avendolo detto in modo aperto, medita una ricollocazione in Fi. Su tutti Antonello Talerico. A cui la leadership calabrese del soggetto politico di Maurizio Lupi è finora tornata molto utile. Sì.
Non fosse altro perché garanzia di libertà nella controversa decisione di virare a sinistra. Anzi, addirittura di permettere a tale schieramento di governare il capoluogo. Scelta che ha impedito il ritorno anticipato alle urne, avendo puntellato in maniera determinante la netta minoranza iniziale fioritiana. Salvata proprio dal consigliere regionale eletto con i forzisti e dalla sua folta pattuglia in “Aula Rossa”. Cosa che nessuno nella cosiddetta Prima Repubblica, o anche ai tempi di un Cav in auge, avrebbe permesso. E, per informazioni, si potrebbe forse ascoltare Sergio Abramo negli ultimi anni antipatico a Berlusconi per alcune mosse politiche poco gradite. Ma questa è un’altra storia. Mentre quanto ci interessa qui è appunto un Talerico, a nostro avviso almeno, scarsamente incline, per le prossime tornate in cui sarà in corsa, a rimanere in un partito che non potrà pagare grossi dividendi in termini elettoralistici e magari persino a rischio quorum malgrado l’alleanza di ferro con il resto dell’attuale centrodestra a trazione meloniana. È ben consapevole, tuttavia, che per lui e qualche altro ci sarà una strenua resistenza al ritorno alla… casa madre azzurra