Si basava sul “favoritismo” il modus operandi dell’ex rettore dell’Università Magna Grecia di Catanzaro. Da quanto emerge, i pazienti dello studio privato di Quattrone avrebbero avuto una corsia preferenziale per sottoporsi agli esami con moderne apparecchiature quali il Tomografo e la Risonanza magnetica 3.0 Tesla. È questa l’ipotesi su cui lavorano il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza e la Procura di Catanzaro, che ieri mattina hanno notificato un decreto di perquisizione e sequestro nei confronti dell’ex rettore. Quattrone sarebbe finito sotto accusa per reati di peculato e abuso d’ ufficio.
La convenzione con il Cnr e il ruolo “centrale” di Quattrone
L’attività investigativa si basa dalla convenzione sottoscritta nel 2013 dall’ateneo catanzarese e il Cnr. Oggetto dell’accordo la ricerca scientifica nell’ambito delle malattie neurologiche. L’attività veniva svolta in alcuni locali messi a disposizione dall’Umg e si avvaleva di apparecchiature di elevato livello tecnologico, come il Tomografo e la Risonanza magnetica 3.0 Tesla, che hanno la capacità di fornire diagnosi particolarmente accurate attraverso bioimmagini ad altissima risoluzione. Il programma di ricerca prevedeva, che queste tecnologie venissero impiegate su pazienti con patologie neurologiche ritenute di interesse scientifico. I malati selezionati in base a queste caratteristiche potevano quindi accedere a queste apparecchiature, non solo velocemente deviando le lunghe liste d’attesa della sanità pubblica, ma anche gratuitamente. Un ruolo centrale in questa attività di ricerca era ricoperto da Aldo Quattrone docente di Neurologia dell’Umg, direttore del centro di ricerca Neuroscienze, ex rettore dell’ateneo e direttore dell’istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Cnr. Gli inquirenti ritengono che proprio nella selezione dei pazienti da sottoporre ad attività di ricerca vi siano stati degli illeciti. Dai primi risvolti, sarebbe emerso che nella maggioranza dei casi i pazienti che hanno avuto accesso alle apparecchiature del Cnr provenivano dallo studio privato del professore. Se così fosse ci sarebbe stato un vero e proprio conflitto di interessi, poiché Quattrone si sarebbe trovato nella duplice veste di dirigente dell’attività di ricerca pubblica e nello stesso tempo titolare di uno studio medico privato. Per Procura e Finanza è possibile dedurre che la selezione dei pazienti sarebbe avvenuta, non solo per finalità scientifiche ma anche per l’interesse privato di Quattrone di dare una corsia preferenziale ai pazienti del suo studio privato.