Il comunicato congiunto dei Centri antiviolenza “Fabiana” e “Roberta Lanzino” di Cosenza esprime una forte critica nei confronti del protocollo d’intesa recentemente attivato tra l’Ufficio locale di esecuzione penale esterna di Cosenza e l’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Questo protocollo prevede la presa in carico e la gestione congiunta delle persone condannate per reati di violenza contro le donne e violenza domestica, nell’ambito del “Codice Rosso”.
I Centri antiviolenza sostengono che tale protocollo rappresenta un’ulteriore beffa per le vittime di violenza, poiché le misure effettive di protezione e supporto per queste donne non vengono adeguatamente attuate, mentre si procede a predisporre interventi per i responsabili delle violenze. Secondo la nota, questa situazione rispecchia un approccio che tende a “psichiatrizzare” la violenza contro le donne, ignorando le radici socioculturali profonde del problema, e rischia di diventare una scappatoia per i colpevoli, anziché un reale percorso di giustizia.
Inoltre, i Centri sottolineano la mancanza di formazione preventiva per gli operatori coinvolti, che potrebbe rendere inefficace il servizio e dannoso per le vittime. La nota si conclude con un appello per un confronto interistituzionale serio con le autorità locali e regionali, al fine di attuare efficacemente le normative esistenti e garantire una vera tutela alle donne, che spesso in questa regione sono vittime non solo della violenza, ma anche di un sistema di welfare inadeguato.