Il governo italiano, presieduto da Giorgia Meloni, è l’unico in grado di assumere un ruolo guida in un eventuale percorso di pace in Medio Oriente. Non l’America, per la sua posizione sull’Iran e nemmeno l’Europa, i cui rapporti con Israele si sono sfilacciati da tempo. L’Italia, che da sempre dialoga e mantiene rapporti sia con Israele, sia con l’Iran, potrebbe essere un valido mediatore. Quanto meno più credibile degli altri governi.
Il fatto che l’Italia sti operando per la pace lo conferma anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che non manca occasione per ribadire che «come G7 stiamo lavorando per calmare le acque ed evitare allargamento del conflitto». Pur mantenendo la posizione del governo che è al fianco di Israele, al riguardo, sempre Tajani, è categorico: «I grandi del mondo sono al fianco degli ebrei e condannano la spropositata reazione iraniana».
Posizione del governo che in politica estera sia la premier Meloni, sia il ministro Tajani viaggiano all’unisono.
Quanto alla posizione sul conflitto in atto nella Striscia di Gaza l’atteggiamento è dialogante anche con l’Associazione nazionale palestinese». L’obiettivo è quello di sempre, «due popoli due stati».
Pur mantenendo la sua posizione, da sempre filoatlantica, il governo Meloni dialoga e mantiene rapporti con tutti, ed è proprio questa situazione che potrebbe portare l’Italia ad assumere il ruolo guida e provare a individuare una soluzione diplomatica prima che il conflitto si trasformi in qualcos’altro. È notorio, infatti, che il premier israeliano stia tentando un approccio con i governi del Medio Oriente a cui la politica iraniana non è gradita. Prova è anche il fatto che proprio durante il raid iraniano contro Israele, la notte tra il 13 e il 14 aprile, aerei degli Emirati arabi e dell’Arabia Saudita si sono alzati in volo per neutralizzare droni e missili iraniani.