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Controversia sul noleggio con conducente: La Calabria sfiducia il decreto interministeriale

La Regione Calabria ricorre alla Corte Costituzionale per tutelare le proprie prerogative

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La Giunta della Regione Calabria ha intrapreso un’azione legale ricorrendo alla Corte Costituzionale per contestare il decreto interministeriale emesso il 16 ottobre 2024. Questo decreto, che regola i servizi di noleggio con conducente, è stato ritenuto dalla Regione una violazione delle sue competenze e prerogative regionali.

Il vicepresidente Filippo Pietropaolo ha sottolineato l’importanza di garantire che le normative sovrane rispettino le specificità locali, affermando che la Calabria deve avere la possibilità di gestire autonomamente i propri servizi di trasporto locale. In risposta a questa situazione, Pietropaolo ha proposto un nuovo Patto di integrità, volto a garantire procedure di gara trasparenti e regolari per tutti gli affidamenti legati ai contratti pubblici. Questa iniziativa è vista come un passo necessario per rafforzare la fiducia nelle istituzioni regionali e ottimizzare la gestione delle risorse pubbliche.

Oltre alla contestazione del decreto, la Regione ha recentemente adottato il documento di economia e finanza per gli anni 2025-2027, evidenziando un impegno a pianificare un futuro economico sostenibile. Inoltre, è stato approvato anche il disegno di legge di stabilità regionale per il 2025, che mira a promuovere investimenti strategici e un uso efficace dei fondi per sviluppare ulteriormente l’infrastruttura di trasporto in Calabria.

La situazione giuridica e politica attuale rappresenta un momento cruciale per la Regione, che si trova a dover difendere le proprie competenze di fronte a normative nazionali percepite come intrusive. Questa azione legale davanti alla Consulta, infatti, non è solo una questione di interessi locali, ma rappresenta anche un tema più ampio riguardante le relazioni tra le Regioni e lo Stato in Italia. La Calabria, nella sua posizione, sottolinea non soltanto l’importanza di salvaguardare i propri diritti, ma anche la necessità di un dialogo costruttivo tra le diverse istituzioni per garantire un sistema de servizi equo e ben regolamentato.

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