Come annunciato nei giorni scorsi, l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (AIDAA) ha presentato alla Regione Calabria una proposta strutturata per la trasformazione dei rifugi per cani randagi attualmente ritenuti irregolari in una rete di santuari autorizzati. Il piano prevede la stipula di accordi specifici con soggetti privati, mirati alla messa in sicurezza delle strutture oggi considerate fuori norma, attraverso interventi di regolarizzazione urbanistica, controlli veterinari a cura delle ASP e l’accesso ai fondi regionali destinati al contrasto del randagismo.
“Si tratta di una proposta complessa – spiegano i rappresentanti dell’associazione – che parte da un censimento delle strutture potenzialmente idonee presenti sul territorio calabrese, attualmente escluse dal sistema ufficiale. L’obiettivo è creare una rete di santuari per randagi, da integrare con le politiche sui cani territoriali, sotto la supervisione dei servizi veterinari pubblici e privati convenzionati, per garantire il pieno benessere degli animali ospitati.”
Secondo AIDAA, è fondamentale superare il modello dei grandi canili, spesso inefficienti e, in certi casi, terreno fertile per infiltrazioni della criminalità organizzata. La proposta dell’associazione include il finanziamento di interventi per rendere a norma le strutture esistenti, affidandole alla gestione di associazioni e privati presenti sul territorio. Il piano è accompagnato da un’azione strutturata di sterilizzazione e identificazione tramite microchip dei cani randagi.
“È un progetto ambizioso – concludono da AIDAA – che richiede tempi adeguati e risorse economiche significative. Ma se non si parte, non si risolveranno mai situazioni complesse come quella che ha coinvolto, suo malgrado, Giandomenico Oliverio. A lui va la nostra solidarietà e il nostro impegno per giungere al più presto a una soluzione che consenta il ritorno dei suoi cani.”