mercoledì, 14 Maggio 2025

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Doris Lo Moro: «Via i saccheggiatori, la città deve tornare ai lametini liberi»

Sul Corso Nicotera parte la sfida per la rinascita di Lamezia: “Non servono apprendisti al potere, servono idee e coraggio. Non svendiamo la nostra dignità”

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Doris Lo Moro lancia la sfida: «Lamezia deve risorgere. Libertà, etica e rispetto per tutti»

LAMEZIA TERME – In un’isola pedonale di Corso Nicotera gremita di centinaia di persone, Doris Lo Moro ha aperto ufficialmente la sua campagna elettorale per le amministrative del 25 e 26 maggio, presentando le liste che la sosterranno nella corsa alla carica di sindaco.

Una conferenza stampa intensa, combattiva, a tratti emozionante, in cui la candidata ha tracciato con chiarezza i tratti distintivi della sua proposta: etica pubblicarispetto per la cittàrigetto dei poteri fortidenuncia della compravendita dei voti, e un richiamo appassionato ai valori della libertà, della dignità e della solidarietà.

Seduta da sola al centro della scena, simbolicamente a rappresentare i 120 candidati che compongono le sue liste, Lo Moro ha voluto fin da subito lanciare un messaggio di serenità e fiducia:

«La speranza c’è e va coltivata. Lamezia è una città capace di futuro. Non siamo qui per servire i potenti: qui oggi non vedete sponsor, non vedete padrini politici. Siamo qui per salvare la dignità di questa città».

Un attacco diretto a Pino Galati e a Mario Murone – il candidato del centrodestra – ha poi segnato una delle fasi più calde del discorso.

«Non abbiamo bisogno di gente che deve ancora imparare. Questa città ha bisogno di guide pronte, non di apprendisti suggeriti da chi ha saccheggiato il territorio. Non si può governare Lamezia contando sui suggeritori o sulle rendite di potere di Pino Galati».

E su Murone: «Non basta essere un bravo avvocato. Servono idee chiare, reattività, capacità di immedesimarsi nei bisogni reali della gente. Non si può imparare a governare sulla pelle dei cittadini. E chi oggi deve essere istruito su cosa è accaduto a Lamezia, domani non potrà certo guidarla».

Sull’etica e sulla legalità, Lo Moro ha usato parole durissime:

«Non cerchiamo pacchetti di voti. Non compriamo preferenze. E denunciamo con forza che in questa campagna elettorale c’è chi conosce perfettamente il costo di un voto: si parla di 100 euro a voto. È degradante pensare che la nostra città possa vendersi per pochi spiccioli. A chi specula sulla povertà risponderemo con la dignità dei cittadini liberi».

Sul campanilismo, Lo Moro ha voluto essere netta:

«Non vogliamo sponsor catanzaresi, cosentini o reggini. Non per chiusura mentale, che non ci appartiene, ma perché Lamezia deve ritrovare la sua centralità nei fatti, non solo nelle parole. Vogliamo una città autonoma, orgogliosa, capace di riprendersi il posto che le spetta».

Accanto alla lotta politica, però, la candidata ha saputo toccare corde più intime e profonde, parlando degli anziani, delle famiglie, dei giovani.

Con una riflessione intensa, ha invitato i ragazzi a rispettare le rughe dei loro genitori:

«Imparate ad avere rispetto delle fatiche che vi hanno fatto crescere. Le rughe sono la storia della dignità di chi vi ha dato tutto. E noi dobbiamo imparare a onorare chi ci ha preceduto, senza mai dimenticare che ogni conquista è il frutto di un amore silenzioso e quotidiano».

Nel suo discorso, Lo Moro ha poi demolito ogni retorica sulla “famiglia normale”, proponendo una visione inclusiva e moderna:

«Dove c’è una persona sola, lì c’è una famiglia. Dove ci si sostiene liberamente, lì nasce una comunità. Noi rispetteremo ogni forma di vita collettiva. La città di tutti deve includere tutti, senza esclusioni, senza pregiudizi».

Il richiamo alla politica come passione civile è stato uno dei temi più potenti del suo intervento:

«Non c’è età per la passione politica. Io mi sento giovane come quando negli anni Settanta lottavamo per i diritti civili. Non è l’anagrafe a decidere chi può cambiare le cose, è il fuoco che hai dentro. Ci sono giovani che sono già vecchi nell’anima. E ci sono anziani che hanno ancora il coraggio di lottare. Noi vogliamo risvegliare questo spirito. Lamezia ha bisogno di passione, di coraggio, di libertà».

Infine, un appello accorato contro l’arroganza e la rassegnazione:

«Questa città non deve più subire. Deve ribellarsi alla menzogna, deve pretendere la verità. Deve riconquistare la propria libertà di scegliere senza condizionamenti, senza clientele, senza ricatti».

La campagna elettorale di Doris Lo Moro parte dunque con un impianto chiaro e senza compromessi: combattiva nei contenuti, emozionante nei toni, profondamente radicata nell’idea di una Lamezia finalmente libera e protagonista del proprio destino.

In chiusura, Doris Lo Moro ha voluto lasciare un segno profondo sul significato del linguaggio che si usa nella politica e nella società:

«Parliamo spesso degli ultimi. Ma sia chiaro: per noi gli ultimi non devono esistere. Non vogliamo costruire nessuna società che consideri qualcuno inferiore ad altri. Non ci devono essere ultimi. Ogni persona ha pari dignità. Attenzione al linguaggio: cancelliamo dal nostro vocabolario questa parola. Noi vogliamo una città dove nessuno venga lasciato indietro, e dove nessuno sia costretto a sentirsi “l’ultimo”».

Una campagna elettorale che parte dunque con un impianto chiaro e senza compromessi: combattiva nei contenuti, emozionante nei toni, profondamente radicata nell’idea di una Lamezia finalmente libera, inclusiva e protagonista del proprio destino.

Intorno a Doris Lo Moro, la galassia della rinascita: «Responsabilità, dignità, coraggio»

Non è sola Doris Lo Moro nella battaglia per la rinascita di Lamezia.

Accanto a lei si è già stretta una coalizione variegata, forte, motivata, fatta di donne e uomini che portano con sé esperienze civili, battaglie personali, storie di impegno autentico.

Durante la conferenza stampa di presentazione delle liste, alcune testimonianze hanno dato corpo e voce concreta ai valori che la candidata sindaco ha posto al centro della sua proposta: libertàrispettoresponsabilitàpassione civile.

Lucia Cittadino, consigliera comunale uscente e candidata nella lista che raccoglie l’alleanza tra Verdi, Sinistra Italiana e altre formazioni di centrosinistra, ha raccontato la solitudine delle idee vissuta in questi anni difficili:

«Ho sentito spesso la frustrazione di non poter realizzare i valori che avevamo promesso. Oggi dobbiamo essere ancora più determinati: la Mezia deve tornare ad essere una città dove si può restare, dove si può costruire. Non dobbiamo permettere che le liste del centrodestra raggiungano la maggioranza assoluta: sarebbe un incubo da cui non svegliarsi più. Da domani dobbiamo essere tutti al lavoro, casa per casa».

Una voce piena di emozione è arrivata poi da una candidata che si batte quotidianamente per i diritti delle persone con disabilità:

«Ho conosciuto Doris Lo Moro raccontandole le mie difficoltà e i muri che ho incontrato nel difendere i più fragili. Con lei ho capito che si può sognare una Lamezia diversa: una città che non lasci indietro nessuno, che migliori davvero la qualità della vita di chi è più vulnerabile. Non basta la solidarietà: serve competenza, serve umanità, e Doris ha costruito una squadra che ha entrambe».

Un’altra candidata ha voluto sottolineare il senso di responsabilità collettiva che deve animare la coalizione:

«Da oggi non ci sono più le liste o i gruppi. C’è un solo progetto: quello per Doris Lo Moro sindaca. Abbiamo il dovere di riprenderci questa città e di farlo con serietà, con impegno, con coesione. Non possiamo più permettere che prevalgano le logiche personali o i personalismi. Lamezia deve essere la missione di tutti».

Dal fronte del Movimento 5 Stelle, una candidata storica ha voluto raccontare la sua adesione:

«Io e i miei compagni di lista siamo qui senza tentennamenti. Ricordo quando, tanti anni fa, incontrai Doris e le dissi che l’avrei votata. Oggi, dopo decenni, sono qui a combattere al suo fianco. Abbiamo costruito una squadra fatta di persone libere, determinate, innamorate di questa città. E il nostro appello è semplice: un voto libero, senza compromessi, senza il gioco sporco del voto disgiunto».

Un mosaico di voci che raccontano una sola grande idea:

una Lamezia liberagiustasolidalecapace di restituire dignità a tutti i suoi cittadini.

Un popolo libero che vuole riprendersi la propria città

La prima uscita pubblica di Doris Lo Moro e delle liste che la sostengono ha segnato un punto fermo nella campagna elettorale: a Lamezia soffia un vento diverso.

Non un’alleanza di comodo, non una somma di sigle, ma una comunità politica che si riconosce nei valori della libertà, della responsabilità, della solidarietà vera, e che rifiuta tanto i giochi di potere quanto le scorciatoie clientelari.

L’obiettivo, ribadito con forza dalla candidata e dai suoi sostenitori, è restituire a Lamezia la sua centralità, la sua dignità, la sua capacità di futuro.

E il messaggio che arriva da Corso Nicotera è chiaro: qui non ci sono padroni, non ci sono ultimi. C’è solo un popolo libero che vuole riprendersi la propria città.

La sfida è aperta. La battaglia è cominciata. E questa volta, chi vorrà comprare il consenso dovrà fare i conti con una comunità che ha deciso di rialzare la testa.

Le liste a sostegno di Doris Lo Moro

Le liste a sostegno della candidatura di Doris Lo Moro a sindaco di Lamezia Terme sono organizzate in una coalizione di centrosinistra larga ed eterogenea, che comprende forze politiche strutturate, movimenti civici e espressioni della società civile.

Nello specifico:

Partito Democratico: presenta una lista autonoma che raccoglie iscritti e simpatizzanti.

Azione: il partito di Carlo Calenda corre con una propria lista.

Movimento 5 Stelle: presente con una lista autonoma all’interno della coalizione, alla sua terza partecipazione alle amministrative lametine.

Lista “Era Ora”: contenitore civico che ingloba anche esperienze come “La Nuova Era” di Guarascio.

Per vivere Bene con Doris Lo Moro: aggrega forze civiche e progressiste e singole personalità.

In totale la coalizione conta circa 120 candidati, distribuiti tra le diverse liste, tutti uniti sotto il progetto politico guidato da Doris Lo Moro.

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