Ademola Lookman, un nome che a Bergamo ricorderanno più di qualunque altro. E probabilmente per sempre. Perché il calciatore inglese, naturalizzato nigeriano, poco fa ha letteralmente regalato all’Atalanta, con una sontuosa tripletta, una Coppa internazionale. E che Coppa! Nientemeno l’Europa League.
Che in ambito continentale, relativamente ai club, viene soltanto dopo alla Champions per importanza. E che, all’esito della finale di Dublino, troverà posto in Lombardia. In virtù, come premesso, di un successo (per 3-0) chiaro e indiscutibile dell’Atalanta ai danni di un Bayer Leverkusen campione di Germania. E finora imbattuto in stagione in tutte le competizioni ufficiali disputate con uno score di 51 partite… immacolate. Uno squadrone che però stasera in campo è apparso un fantasma.
La brutta copia della macchina da guerra allestita dal suo talentuoso tecnico Xabi Alonso, già calciatore di spicco di Liverpool, Real Madrid e Bayern Monaco. Che sembrava campione designato anche da tecnico alla prima finale europea. E invece… . È mestamente stato “matato” (sportivamente parlando) dalla Gasperini-band. Ancor più sfavorita dopo la negativa prova offerta esattamente sette giorni orsono contro la Juve nell’ultimo atto della Coppa Italia. E che invece ha chiuso quasi irridendo gli avversari con gli “olè” dei tifosi a ogni passaggio azzeccato dei giocatori atalantini. Perfetti, tanto in fase difensiva quanto offensiva. E da stasera, finalmente, anche vincenti ovvero con un prestigioso trofeo in bacheca. Che dovrebbe permettere anche all’Italia di guadagnare un ulteriore posto nel nuovo format della “Coppa Campioni” con una cifra record di 6 partecipanti, forse difficilmente eguagliabile, almeno a breve.