Un recente studio della London School of Hygiene & Tropical Medicine, pubblicato sulla rivista scientifica ‘Nature Medicine’, ha messo in luce un allarmante scenario riguardante l’impatto del caldo eccessivo sulla mortalità in Europa. Si stima che, entro la fine di questo secolo, il continente potrebbe registrare 2,3 milioni di morti in più a causa delle ondate di calore sempre più frequenti e intense derivanti dal cambiamento climatico.
I ricercatori avvertono che, nel peggior scenario ipotizzato, ci sarà un incremento di 45,4 decessi ogni 100.000 persone, un’assenza di tempestivi interventi per mitigare gli effetti del riscaldamento. Questo aumento delle morti non risparmia alcuna fascia di età; le ripercussioni del caldo si faranno sentire anche tra i giovani, una fascia demografica spesso trascurata quando si discute della mortalità legata al clima.
In particolare, si stima che un aumento della temperatura media globale di 1,5°C possa già portare a un surplus di almeno 616.000 morti nei prossimi anni. Questa cifra sottolinea l’urgenza di affrontare la questione e adottare misure efficaci per contrastare il cambiamento climatico.
Il problema del caldo estremo colpirà gravemente anche alcune città italiane, con Napoli, Roma, Genova e Milano tra quelle che mostreranno il più significativo aumento di decessi. Queste città, già afflitte da problematiche legate all’inquinamento e alla densità della popolazione, si trovano in una posizione critica, richiedendo interventi rapidi ed efficaci per tutelare la salute dei loro cittadini.
Le conclusioni di questa ricerca rappresentano un campanello d’allarme per i governi europei, invitandoli a prendere decisioni strategiche che possano ridurre le emissioni di gas serra e implementare politiche di adattamento più robuste. La salute pubblica è a rischio, e le ondate di caldo rappresentano una minaccia concreta e crescente che non può essere ignorata.