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Fernanda Gigliotti: la casa abusiva, il romanzo e l’inchiesta Alibante

Tra fiction e realtà: il paradosso di un ex sindaca che predica la legalità, ma vive in una villa illegale. L'autrice de L'ultima estate Canara, tra vicende giudiziarie e contraddizioni morali: dalla casa abusiva alla mancata demolizione alle complicità istituzionali con l’attuale sindaco di Nocera Terinese, il quale disattende sentenze e norme per coprire l’abuso edilizio. All’orizzonte un indagine e un avviso di Garanzia a carico dell’ex responsabile dell’ufficio tecnico

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Di Eu.Po.

Fernanda Gigliotti: il romanzo di una coerenza perduta tra narrativa, abuso edilizio e vicende giudiziarie

L’autopresentazione di Fernanda Gigliotti come sindaco della legalità si intreccia con una narrazione che sembra contraddirsi con i fatti documentati e giudiziari, come più volte abbiamo avuto modo di scrivere. L’avvocato ora tenta di accreditarsi come novella scrittrice, in questa veste, infatti, ha annunciato la presentazione del suo romanzo di esordio, il romanzo, L’ultima estate Canara, ha dipinto una storia dal sapore autobiografico ambientata in un piccolo paese calabrese, evocando figure e vicende che non necessitano di grande immaginazione per essere collegate a protagonisti reali. Tuttavia, ciò che emerge dalle carte e dalle frasi giudiziarie non sembra raccontare il medesimo idillio.

Il caso delle “Canaria”

Dietro il suggestivo nome di “Canaria”, attribuito alla propria abitazione, si cela una storia ben diversa. Il fabbricato, costruito su un terreno acquistato come agricolo, è stato oggetto di diversi provvedimenti amministrativi e giudiziari che ne hanno decretato l’abusività. Secondo la sentenza del TAR Calabria del 2021, la struttura inizialmente autorizzata come ricovero per attrezzi agricoli è stata trasformata in civile abitazione senza i requisiti previsti dalla normativa urbanistica, in particolare il rispetto della dimensione minima di 10.000 mq per i lotti agricoli edificabili.

Le richieste di sanatoria avanzate dall’avvocato Gigliotti sono state rigettate perché mancanti del requisito di “doppia conformità”. Non solo: l’edificio include un vano interrato non autorizzato, un’ulteriore violazione del permesso di costruire originario. Le sentenze, sia del TAR che del Consiglio di Stato, sono definitive, e l’iter per acquisire il fabbricato al patrimonio comunale o, in alternativa, demolirlo, era stato avviato dai commissari prefettizi che gestivano il Comune di Nocera Terinese dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Ma perché tali provvedimenti non sono stati ancora eseguiti?

Il legame con l’inchiesta Alibante

Il contesto si complica ulteriormente con il coinvolgimento della Gigliotti nel processo denominato “Alibante”, in cui viene descritto dagli atti dell’accusa come una figura tutt’altro che estranea ai sistemi di potere locale. Inizialmente presentato come paladina della legalità, il quadro delineato dal dibattimento processuale in corso a Lamezia Terme, rivela connessioni perlomeno problematiche.

Le intercettazioni riportano discussioni avvenute in ambienti legati alla cosca Bagalà, in cui si “tifava Gigliotti”. Inoltre, emergono incontri con figure controverse che sembrano delineare una trama ben lontana dall’immagine pubblica promossa dall’avvocato. Non solo, ma il nuovo sindaco di Nocera Terinese, Saverio Russo, anche lui citato nell’inchiesta Alibante, non pare aver mostrato particolare zelo nell’attuare i provvedimenti di demolizione o acquisizione del fabbricato abusivo appartenente alla Gigliotti. Coincidenza?

L’incoerenza tra il libro e la realtà

L’ultima estate Canara dipinge storie di personaggi femminili profondi, intrecciati con le dinamiche di un piccolo paese. Tuttavia, il reale intreccio tra narrativa e vita personale dell’autrice mette in discussione la credibilità della narrazione stessa. Come può una persona che si presenta come modello di legalità convivere con una sentenza che definisce la propria abitazione irregolare? E come può il racconto farsi portatore di valori autentici quando l’autore stesso risulta coinvolto in dinamiche tanto contraddittorie?

Un paradosso di moralità

I romanzi, per loro natura, sono opere di fantasia e come tali non giudicabili in termini di veridicità. Tuttavia, è impossibile non interrogarsi sulla moralità di chi li scrive, specialmente quando l’autore sceglie di costruire un’immagine pubblica basata su valori che i fatti smentiscono.

Il caso di Fernanda Gigliotti evidenzia un chiaro esempio di incoerenza: mentre il romanzo parla di autenticità e vita comunitaria, la realtà delle vicende personali dell’autrice sembra muoversi nella direzione opposta, fatta di conflitti con le istituzioni, accuse gravi e un contesto che alimenta ombre più che trasparenza.

Il ruolo della Procura di Lamezia Terme

Nel frattempo, la vicenda della “Canaria” si è arricchita di ulteriori sviluppi. Da indiscrezioni, risulta che l’ex responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Nocera Terinese, l’ing. Mariolina Pastore, è indagata dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme per non aver dato corso alla procedura di demolizione o di acquisizione del fabbricato abusivo della Gigliotti, così come disposto dalle sentenze del TAR e del Consiglio di Stato. L’attuale responsabile dell’ufficio tecnico, l’arch. Giuseppe De Caria, ha avviato le procedure di legge, ma la sua determinazione sembra incontrare resistenze da parte del sindaco Saverio Russo e di alcuni componenti della Giunta Municipale, che paiono voler perpetuare un atteggiamento omissivo e contrario alla legalità.

Quando scoppiò lo scandalo

Il caso della casa abusiva della Gigliotti scoppiò al punto da attirare l’attenzione della stampa nazionale, con articoli apparsi persino su Il Giornale. L’ex sindaca era arrivata al punto però di liquidare la vicenda come la vendetta di un avversario politico nei suoi confronti, rivelando una capacità innata e una propensione naturale a ribaltare la realtà, come si potrà leggere in questo pezzo de “Il Giornale” uscito all’epoca del misfatto e che potrete leggere cliccando (QUI). Il paradosso è che l’ex sindaca, che ha sempre rivendicato una presunta immagine di legalità, si è trovata sotto i riflettori per una vicenda che ha messo in discussione i suoi stessi principi. All’epoca, si parlò di un’abitazione costruita in violazione delle normative urbanistiche e di un’inerzia istituzionale che aveva consentito che la questione restasse irrisolta.

Nonostante il clamore mediatico, il caso rimane tuttora aperto, con le istituzioni locali incapaci (o riluttanti) a chiudere il capitolo.

Un nodo che aspetta ancora di essere sciolto

Rimane da chiedersi perché, nonostante le fasi definitive, la “Canaria” sia ancora lì. Forse il silenzio e l’inazione del Comune di Nocera Terinese si spiegano con le relazioni politiche che legano l’amministrazione attuale a vicende passate? La legalità, così tanto decantata, è forse un valore applicabile solo a chi non ha le giuste connessioni?

Il tempo dirà se la storia di Fernanda Gigliotti, dal romanzo alle cronache giudiziarie, troverà una conclusione coerente con i principi che la novella “scrittrice” afferma di rappresentare. Per ora, resta solo l’amara constatazione di un caso emblematico di moralismo tradito.

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