Katya Gentile lascia Forza Italia. La decisione è irrevocabile. La condanna è senza appello. Se per lei «le competenze e il merito non sono apprezzati» significa che in Calabria il nuovo corso degli azzurri è contrassegnato da un male endemico che da Cosenza si espande fino alla punta più estrema della regione. Le parole di rammarico pronunciate dal consigliere regionale nel motivare la sua scelta sono sentite da molti iscritti o ex iscritti. Da Cosenza a Reggio, passando per Vibo Valentia, le cose non è che vadano in modo diverso. Un filo comune lega i territori. Molti iscritti avvertono una sorta di delegittimazione.
A Vibo Valentia, si è detto, le cose non vanno diversamente. Il sindaco uscente, punto di forza del centrodestra locale, viene estromesso dalla ricandidatura. Estromesso è la parola giusta. Estromesso, perché Maria Limardo sperava in una riconferma. Sperava che Forza Italia valorizzasse le competenze acquisite. Invece ciò che per Katya Gentile è un qualcosa che merita di essere reso pubblico, a Vibo Valentia si preferisce ancora salvare le apparenze. La non ricandidatura della Limardo è il segno che all’interno di Forza Italia sono cambiati gli equilibri. A Vibo Valentia come altrove.
Il già coordinatore regionale, nonché parlamentare, Giuseppe Mangialavori, era riuscito a mantenere un minimo di equilibrio, mediando le diverse posizioni, anche se non tutto è andato per il verso giusto. Adesso qualcosa si è rotto. L’asse forzista è sempre più sbilanciato verso “Cosenza”, e chi non è con “Cosenza” è contro “Cosenza”. Lo sa bene Katya Gentile, lo sa bene Maria Limardo. Lo sanno bene entrambe che se non fai parte del «cerchio magico» sei fuori, sei emarginato, nonostante le competenze acquisite. Stando così le cose c’è chi come la Gentile decide di lasciare il partito e chi, invece, prova a salvare le apparenze. Anche in quest’ultimo caso la frattura con Forza Italia è insanabile. É solo questione di tempo per palesare il malessere di chi se sente messo da parte.