Il 30 marzo del 2005, nei pressi di Favazzina, a qualche chilometro da Scilla in provincia di Reggio
Calabria, viene arso vivo, dopo essere stato tramortito con un colpo alla nuca da alcuni sicari
mafiosi, il diciottenne Domenico Polimeni; il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei
Diritti Umani intende ricordarlo attraverso l’elaborato della studentessa Arianna Balota della classe
III sez. C del liceo scientifico Filolao di Crotone.
“Domenico Polimeni era un ragazzo di appena 18 anni, con genitori separati, che viveva insieme al
padre a Reggio Calabria, in un quartiere disagiato. Nonostante avesse tantissime passioni: il
motocross, il calcio,la cucina da voler coltivare nel suo futuro, finì quasi per caso nel mondo della
malavita. Il 30 Marzo del 2005 andò ad un appuntamento con un membro della delinquenza mai
identificato, e da quel momento non si seppe più nulla di lui. Non si è mai scoperto cosa avesse
portato l’assassino a uccidere il ragazzo, bruciando prima il corpo e poi la macchina, ritrovata dalle
autorità il primo Aprile a 35 chilometri di distanza dal cadavere. Raccapricciante è stata la notizia
giunta ai genitori: la madre, stravolta dalla sofferenza e dal tormento, ha raggiunto il figlio pochi
anni dopo. Il padre ha continuato a vivere tra le cose che appartenevano un tempo al ragazzo: foto,
vestiti e perfino il motorino che gli aveva insegnato a guidare. Pietro Polimeri continua ancora oggi
a chiedere che vengano svolte le indagini al fine di capire il motivo dell’uccisione del figlio e che
cosa abbia fatto di così grave da meritare in cambio una morte tanto violenta. Noi possiamo solo
immaginare lo strazio di un padre che vive senza verità e senza giustizia, che avrebbe voluto vedere
il figlio crescere accanto a lui e trascorrere con lui il resto della sua vita.”
Domenico fu una vittima innocente, appartiene al lungo elenco di persone totalmente estranee alla
criminalità e alle logiche criminali, che però scontarono la follia e la malvagità di chi aveva scelto
di violare ogni norma o principio di civiltà.
Ricordiamo Domenico e la purezza dei suoi diciotto anni in una terra in cui molti suoi coetanei
decidono di scegliere il male per sé stessi e per gli altri. Il CNDDU invita nuovamente gli studenti e i
docenti ad aderire al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità. Gli elaborati possono essere segnalati al CNDDU che li renderà visibili sui propri canali social (email:
coordinamentodirittiumani@gmail.com)