Nel cuore di Vibo Valentia, in quella antica piazza che i vibonesi conoscono più con il nome di piazza Morelli, piuttosto che con il suo nome originale, c’è una libreria. Nel cuore di Vibo Valentia c’è una libreria che libreria non è. Si vendono libri, certo, ma si regalano anche storie. Francesca Griffo e Monica Lazar sono due libraie sui generis. Il posto si chiama libreria “Cuori di inchiostro”, quasi a voler evidenziare che l’inchiostro ha un cuore. L’inchiostro quando accarezza il foglio imprime per sempre una storia. Storie che molto spesso si raccontano in quel luogo che per una città come Vibo Valentia appare come una novità.
Nel cuore di Vibo Valentia c’è una bottega dove si vendono libri e si regalano storie. L’ultimo dono, in ordine di tempo, venerdì scorso. Protagonista della serata è una storia mista tra dolore, paura e speranza. É la storia di una famiglia, quella dell’imprenditore Giuseppe De Masi, che resiste alle pressioni della criminalità pagando un prezzo altissimo. È la storia che racconta la figlia Graziella nel suo libro “La bambina dagli occhi smarriti”. Con lei ci sono Marcello Anastasi e Amalia Papasidero. La presentazione dei due è un assaggio di quel qualcosa che penetra l’animo umano. Porta il lettore a percepire dentro il dolore, la sofferenza e la speranza di una bambina di dieci anni costretta a crescere troppo in fretta.
La storia, perché di storia si tratta. Non è fantasia letteraria. La storia inizia da una notte di tanti anni fa. Una notte degli anni ‘80, quando la piccola comunità di Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria, è svegliata da un boato. Graziella è appena andata a dormire. È solo una bambina di dieci anni, con i suoi sogni, i suoi progetti e, soprattutto, una bambina come tante, con il suo diario segreto dove imprimere pensieri.
Il boato prende la famiglia in contropiede. Il padre di Graziella intuisce cosa è successo e si precipita nella camera dei figli maschi per vedere se è tutto apposto, mentre la madre corre verso la camera di Graziella. La trova sotto una coltre di polvere di vetro. La storia inizia da qui, da quel boato che cambierà per sempre la vita di Graziella.
Il libro non è una cronologia dei fatti accaduti alla famiglia. Non è solo la storia di un imprenditore che lascia in eredità il dono più prezioso che un figlio possa ricevere. Il dono di non abbassare mai la testa. Sono gli anni ‘80 e la Calabria, salvo qualche eccezione, non è ancora pronta a resistere alle pressioni della criminalità organizzata. Graziella non è tra queste. Cresce con la consapevolezza che questa terra, per quanto difficile sia, merita sempre una seconda possibilità. Una possibilità di riscatto.
Graziella si racconta. Racconta del dolore, della sofferenza, del trauma subito in quella notte e dal quale uscirà dopo una lunga terapia e grazie al prezioso supporto della famiglia. Una famiglia unita, sulla quale si può sempre contare. Graziella condisce la sua storia di dolore con aneddoti della sua infanzia, che fanno da cornice ad una storia tragica, quasi una carezza dentro quel dolore.
Marcello Anastasi sa come catturare l’attenzione con la sua esaustiva introduzione, mentre Amalia Papasidero riesce a far parlare una emozionata Graziella che alle domande della Papasidero risponde sempre mostrando un viso che non si sottrae alla lacrima. Forse, come sostiene Amalia Papasidero, la scrittura è servita a Graziella per «buttare fuori il suo dolore». Un dolore che non si cancella, non si supera, con il tempo si impara a convivere con esso.
Graziella racconta di come della sua fanciullezza gli sia rimasto solo il vuoto. Dolore, sofferenza, infanzia rubata, certo, ma Graziella non è tra quelle persone che si rifugiano nel vittimismo. Graziella De Masi reagisce, si riprende, a fatica, la sua vita e, poi, attraverso la storia che racconta, lascia un messaggio di amore, di speranza. É la storia che entra nella storia e che fa capire che la Calabria non è solo terra di ndrangheta. La Calabria è anche la storia di Giuseppe De Masi e della sua voglia di resistere, di non abbassare mai la testa. La Calabria è anche e soprattutto la storia di una bambina smarrita, Graziella De Masi, che dal suo dolore trae quel qualcosa che diventa, per tutti, lezione di vita.