Il direttivo del Comitato Pro Ospedale del Reventino si è riunito per discutere alcune proposte dell’Asp che potrebbero cambiare drasticamente la natura del presidio ospedaliero montano. Al centro delle preoccupazioni del comitato ci sono le scelte in corso, che riguardano l’introduzione di nuovi servizi, tra cui la Riabilitazione Cardiologica, il trattamento dei Disturbi Alimentari e l’attivazione di un Ospedale di Comunità, quest’ultimo considerato un pericolo per l’ospedale, che rischia di essere trasformato in un “cronicario”. Secondo il Comitato, l’introduzione dell’Ospedale di Comunità non solo contravverrebbe alle normative del DM 70, ma segnerebbe anche una spoliazione definitiva delle funzioni dell’ospedale.
Nel comunicato del Comitato, si legge che il primo tentativo di inserire un ospedale di comunità risalirebbe a circa tre anni fa, quando la Regione aveva previsto una serie di stabili non utilizzati per ospitare queste strutture. Tuttavia, l’unico ospedale individuato era proprio quello del Reventino, che ora potrebbe essere destinato a una funzione residuale.
Il Comitato ha chiarito che la sua battaglia non riguarda l’introduzione di nuovi servizi, ma la necessità di preservare la struttura sanitaria nella sua forma attuale o migliorata, per rispondere efficacemente ai bisogni della popolazione locale. “L’ospedale deve rimanere un ospedale generale o di montagna”, afferma il Comitato, proponendo l’inclusione di servizi diagnostici come il laboratorio analisi e la radiologia, ambulatori specialistici (ortopedia, oncologia, pediatria, ecc.), nonché la riattivazione del day surgery. Inoltre, il comitato si oppone fermamente al declassamento del Pronto Soccorso a punto di primo intervento.
Un altro tema cruciale sollevato riguarda la sostenibilità economica dell’ospedale, con il Comitato che evidenzia come i servizi chirurgici e ambulatoriali siano essenziali per garantire la produttività economica dell’ospedale. I dati economici mostrano che un intervento chirurgico può generare un gettito di circa 5-6 mila euro, mentre un ricovero “per non acuzie” potrebbe risultare economicamente insostenibile.
Il Comitato ha lanciato un appello alla popolazione e alle istituzioni, chiedendo di evitare la creazione di un Ospedale di Comunità e di concentrarsi invece sul mantenimento e il rafforzamento dei servizi sanitari essenziali per il territorio. “Se non si interviene, rischiamo che l’ospedale venga percepito come inutile, con gravi ripercussioni per la salute dei cittadini e per l’intera area”, conclude il Comitato, che sta cercando di coinvolgere le comunità locali, inclusi i paesi del cosentino, in una mobilitazione per salvaguardare il futuro dell’ospedale.