Consiglio comunale di Catanzaro in Aula domani, dopo l’ormai consueta “diserzione” della prima convocazione odierna, per un’altra nomina. Importante, essendo relativa al conferimento delle funzioni di presidente dell’organo revisore economico-finanziario dell’ente. Ma che non può e non deve far passare sotto silenzio come i civici consessi del capoluogo siano ormai diventati stanchi rituali. Che per lo più non interessano ad alcuno. Fatta eccezione per quando si discute di qualche partecipata, e relativo personale, che mobilita i lavoratori (magari a rischio) e spinge i politici a non prosciugare potenziali bacini di voti accontentandoli appena possibile. E tutto il resto? È noia.
O ciclici teatrini con contrapposizioni verbali, anche aspre, ma che sfociano in nulla. Senza contare che gli argomenti trattati quasi mai riguardano le questioni più spinose, e sommerse, tipo lo ‘schema di attuazione’ del Psc o i concorsi o ancora l’assegnazione di certi incarichi. Unici a fare eccezione, al di là della molta… fuffa di altri fatta sempre al microfono e mai corrispondente in alcunché alla realtà, i membri di Azione. Che provano quantomeno a portare all’attenzione di una distratta e sempre più ‘consociativa’ opinione pubblica cittadina certi temi. Ma senza incidere, perché costretti a patire l’isolamento di un quadro dell’opposizione estremamente frammentato in cui oltretutto parecchi fanno… affari (politici, s’intende) proprio con quella maggioranza che invece per mandato popolare dovrebbero controllare (e contrastare) a oltranza.
Ma in una dimensione assai particolare come quella del capoluogo, un comportamento del genere per quasi tutti è da considerarsi eretico, se non folle, in nome di un quieto vivere grazie a cui prima o poi si ottengono vantaggi. E va bene a chiunque, anche e soprattutto fuori dal Consiglio, dove qualche colpo si batte soltanto per le sorti delle Aquile o se si perde la propria occupazione. Ma in quest’ultimo caso, le speranze di successo sono pressoché nulle e le prospettive assolutamente grame.
E per informazioni chiedere ai poveri dipendenti del Sant’Anna Hospital o di alcune aziende del Gruppo Abramo. Impegnati in vertenze tribolate e annose in cui la politica (e non solo) è spesso in pista unicamente per le “foto opportunities” con annesso carico di promesse e belle parole. Che però producono zero risultati. E dispiace tanto, certo. Ma fino a un certo punto, Perché chi ha il potere lo si dovrebbe sfidare e incalzare ogni giorno, se non fa quello che deve. Altrimenti, se lo si blandisce in continuazione, poi è troppo tardi per sperare che agisca per il meglio.