Di Alan Yoel Kravchuk*
La scorsa settimana, il mondo finanziario è stato scosso da un drammatico crollo della Borsa di Tokyo, che ha visto una caduta del 14% in una sola giornata, la peggiore dal 1987. Questo evento ha innescato una crisi che si è rapidamente diffusa sui mercati globali, sollevando domande su cosa ci riserva il futuro e su come gli investitori dovrebbero prepararsi per le prossime settimane.
Un Contesto di Incertezza Globale
Questo crollo non è avvenuto in un vuoto, ma in un contesto già carico di incertezze e tensioni sui mercati globali. Da mesi, l’economia mondiale è sotto pressione a causa di tassi d’interesse elevati negli Stati Uniti e in Europa, dove le banche centrali stanno lottando per contenere un’inflazione persistente. Nonostante i segnali di rallentamento economico, le banche centrali non hanno ancora abbassato i tassi, mantenendo alta la preoccupazione tra gli investitori.
In Giappone, il recente aumento del tasso di riferimento dallo 0% allo 0,25%, deciso dalla Banca del Giappone, ha aggravato la situazione. Questo cambiamento ha avuto ripercussioni globali, innescando una serie di eventi a catena in un contesto già caratterizzato da conflitti politici irrisolti che hanno contribuito a creare un clima di instabilità e incertezza sui mercati.
Il Carry Trade
Un elemento chiave per comprendere la recente crisi globale è il concetto di carry trade, una strategia di investimento che sfrutta le differenze nei tassi d’interesse tra diverse valute. Gli investitori prendono in prestito denaro in una valuta con un tasso d’interesse basso o nullo, per poi investire quei fondi in attività denominate in una valuta con un tasso d’interesse più alto. Ad esempio, se un investitore può prendere in prestito yen al tasso dello 0% e investire in dollari americani che rendono il 5% o in azioni con un rendimento medio del 9%, il guadagno sembra garantito.
Tuttavia, questa strategia presenta un rischio significativo: la variazione del tasso di cambio tra le due valute. Se la valuta presa in prestito si apprezza, come nel caso dello yen, il debito aumenta in termini di valuta locale, riducendo o eliminando completamente il margine di profitto. Questo è esattamente ciò che è accaduto, innescando vendite massicce e un effetto domino nei mercati globali.
Il Caso Giapponese
In Giappone, il crollo del mercato è stato particolarmente drammatico per il settore bancario. Le azioni delle banche sono state tra le più colpite, con la più grande banca del paese, Mitsubishi UFJ Financial Group, che ha visto le sue azioni crollare fino al 21% nella sola giornata di lunedì.
Secondo una stima della società di ricerca TSLombard, la dimensione complessiva delle operazioni di yen carry trade potrebbe aver raggiunto i 1,1 trilioni di dollari negli ultimi 18 mesi. Questo ammontare rappresenta un rischio enorme per i mercati globali, poiché gran parte di esso potrebbe ancora dover essere smobilitato, il che potrebbe esacerbare ulteriormente la volatilità.
Il Caso Globale
Il crollo del mercato giapponese ha avuto un effetto destabilizzante sui mercati di tutto il mondo, con ondate di vendite che hanno colpito le borse dall’Asia all’Europa fino agli Stati Uniti. Tuttavia, a partire da martedì, i mercati hanno iniziato a mostrare segnali di ripresa. In Giappone, la Borsa di Tokyo ha recuperato gran parte delle perdite, riducendo il calo dal -14% al -2% entro venerdì. Negli Stati Uniti, i mercati hanno recuperato i valori di chiusura del venerdì precedente, dimostrando una sorprendente resilienza dopo la caduta iniziale.
Anche lo yen, dopo il suo forte apprezzamento, ha subito una correzione, deprezzandosi di quasi il 4% rispetto al suo punto più alto. Il tasso di cambio è passato da 141 a 146 yen per dollaro, alleviando parzialmente la pressione sui debitori in yen e contribuendo alla stabilizzazione temporanea dei mercati.
Il Futuro Resta Incerto
Nonostante la ripresa, il futuro dell’economia globale rimane incerto. La crisi ha messo in evidenza la fragilità dei mercati in un contesto di elevata inflazione, tassi d’interesse in aumento e tensioni politiche internazionali. Molti analisti temono che questo potrebbe essere solo l’inizio di una nuova fase di instabilità finanziaria, con ulteriori turbolenze all’orizzonte.
In questo contesto di incertezza economica globale, caratterizzato da inflazione persistente e tensioni geopolitiche, gli investitori rimangono estremamente cauti. Molti preferiscono attendere ulteriori segnali, come l’evoluzione delle politiche monetarie della Federal Reserve e della Banca Centrale Europea, prima di prendere decisioni importanti. Mentre alcuni sperano che il peggio della crisi sia alle spalle, altri temono che la volatilità vista la scorsa settimana possa essere solo un preludio a nuove turbolenze finanziarie nei mesi a venire.
*consulente finanziario