È da giorni che gira una bozza di riordino del cosiddetto sistema ospedaliero calabrese. Che ha lo stesso richiamo distrazion-mediatico, in piccolo, che ebbe il fantasmagorico pacchetto Colombo riguardo al V centro siderurgico in Calabria, che ancora l’aspettiamo. Il piano di riordino viene ventilato, presentato, rimodulato, cambiato, rinnovato, discusso, rifatto, sfatto, ricomposto a seconda di chi si ha di fronte e come il cuore di ognuno vuole. A nessuno si nega nulla, tanto, nulla c’è! C’è, però, un fallimento totale e una sottomissione al sistema masso- fascio-leghista-confindustriale bancario e che vuole la Calabria una marginale colonia, consumatrice soltanto di merce e di beni provenienti dal nord. Mentre, per altri, la sanità rimarrà un diritto per legge riconosciuto, per noi è già un bene di consumo. Occhiuto non ha alcun piano, vero, da attuare perché non è riuscito a risolvere il groviglio d’interessi che ha depauperato le risorse umane e attuato furti miliardari intorno alla sanità calabrese. Non è riuscito perché i santuari dove si annidano i ladri sono protetti da poteri potenti dello Stato e lui non è un Vietcong. Il cosiddetto piano, oltre ai pannicelli caldi, tenendo d’occhio le future ansie politiche tempo-dipendente, mira, vista la presenza temporanea dei medici Cubani, a concentrare tutta la sanità calabrese in 3 presidi, Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria. Gli altri, alcuni andranno ad esaurimento, altri, saranno eliminati perché, dopo di lui, non rimarrà nulla, scorticati vivi, come saremo, dall’autonomia differenziata. Il linfonodo sentinella? La chiusura dell’Ospedale spoke di Polistena. No, non è stata una svista o una stortura. No! Questo fatto rivela il fallimento di Occhiuto che ha preteso e voluto la sanità calabrese tutta nelle sue mani. Come fa a sostenere l’eliminazione dello spoke di Polistena appena costruito l’ospedale a Palmi se ben sa che quell’ospedale, finanziato nel 2007 e ancora in fase di progettazione, non sarà mai costruito? Perché si dice una cosa talmente desueta verso una popolazione che ormai è ridotta a sopravvivere dentro un’economia della miseria e a rinunciare alle cure? Quale ospedale a Palmi? Non è mai esistito nella mente della Regione Calabria, come quello di Vibo, perché, in previsione dei prossimi 20 anni (tanto ci vuole per costruire un ospedale in terra di ‘ndrangheta) questa parte della Calabria, se chiuderanno l’ospedale di Polistena, sarà spopolata, mortificata dall’assenza di scuole, sanità, infrastrutture, servizi, violenza. Smettetela di giocare con le miserie degli uomini e siate uomini e non caporali.
Il fallimento di Occhiuto con tutta la sanità nelle sue mani
Da giorni che gira una bozza di riordino del cosiddetto sistema ospedaliero calabrese. Il piano di riordino viene ventilato, presentato, rimodulato, cambiato, rinnovato, discusso, rifatto, sfatto, ricomposto a seconda di chi si ha di fronte e come il cuore di ognuno vuole. A nessuno si nega nulla, tanto, nulla c'è!