Dopo la morte di papa Francesco, il nuovo Pontefice si trova di fronte a una sfida imponente: raccogliere e proseguire l’eredità di un papato segnato da profondi cambiamenti e da riforme tuttora in corso. Le tante iniziative avviate da Francesco, spesso definite da lui stesso come “processi”, rappresentano un patrimonio prezioso da custodire e portare avanti, senza arresti né retromarce.
Già al momento della sua elezione, il nuovo Papa si è trovato sul tavolo diversi dossier urgenti: dalla riforma della Curia alla trasparenza economica, dalle misure per la tutela dei minori agli impegni sociali e ambientali. La visione di Francesco — una Chiesa missionaria, vicina agli ultimi, capace di dialogare con le altre fedi e aperta alla partecipazione dei laici e delle donne — ha impresso un’impronta indelebile sul pontificato.
Il Giubileo in corso, insieme al grande cantiere della sinodalità, rappresentano i pilastri più visibili dell’eredità bergogliana. La “Chiesa sinodale” voluta da Francesco, che ha già celebrato due assemblee, punta a una partecipazione più ampia e condivisa nel governo ecclesiale, con un ulteriore triennio di lavori in vista della grande assemblea conclusiva del 2028.
Ma non tutto il cammino è stato agevole: alcuni settori ecclesiali non hanno mai accettato pienamente alcune delle aperture promosse da Bergoglio, come la comunione ai divorziati risposati, le benedizioni alle coppie omosessuali o il dialogo interreligioso più audace. Altri fronti sono rimasti irrisolti: il celibato sacerdotale e l’accesso delle donne al diaconato restano nodi aperti.
Tuttavia, per molti all’interno della Chiesa, l’idea di fare marcia indietro rispetto al percorso di rinnovamento avviato sarebbe non solo controproducente, ma anche dannosa, soprattutto per l’immagine della Chiesa tra le nuove generazioni.
Tra le prime scelte del nuovo Pontefice c’è una decisione simbolica e operativa: confermare o meno il viaggio in Turchia, in occasione del 1700° anniversario del Concilio di Nicea. Un evento atteso il 25 maggio a Iznik (l’antica Nicea), a cui Francesco desiderava partecipare ma che non ha mai potuto ufficializzare per via della sua salute. I preparativi, però, sono in stato avanzato e spetterà ora al nuovo Papa decidere se compiere questo che potrebbe essere il primo viaggio del suo pontificato.