Il mistero sulla scomparsa di Antonio Strangio, allevatore 42enne di San Luca, si infittisce. Da settimane non si hanno sue notizie, ma i resti ossei ritrovati nel suo fuoristrada carbonizzato tra San Luca e Bovalino potrebbero appartenere a lui.
Le analisi preliminari hanno escluso l’ipotesi di resti animali, confermando la natura umana dei frammenti. Di fronte a questa possibile svolta, la Procura di Locri ha disposto il trasferimento dei reperti a un centro specializzato di Messina per esami approfonditi, tra cui una Tac, per valutare lo stato dei resti.
L’esame decisivo sarà quello del DNA, che confronterà il profilo genetico dei resti con quello dei familiari di Strangio. Questo passaggio sarà cruciale per determinare se l’allevatore sia la vittima della tragica vicenda.