martedì, 10 Settembre 2024

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Il Grande bluff di Occhiuto: 85 milioni per affondare gli aeroporti Calabresi

Reggio cresce a scapito di Lamezia, ma il vero problema è una gestione incapace e clientelare che mina il futuro del trasporto aereo calabrese. Mentre il presidente celebra successi inesistenti, la gestione spregiudicata e gli incidenti di sicurezza rivelano il vero volto della SACAL. Milioni bruciati e regalati a Rynair e aeroporti Calabresi in crisi e passeggeri in calo

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La Calabria si trova in una situazione paradossale: mentre il presidente Roberto Occhiuto continua a celebrare presunti successi del sistema aeroportuale regionale, i dati e i fatti dipingono un quadro ben diverso. Non solo gli 85 milioni di euro investiti per potenziare il turismo aereo non hanno portato i risultati sperati, ma emerge con chiarezza una gestione della SACAL (Sistema Aeroportuale Calabrese) che è sempre più orientata al clientelismo e alle influenze politiche, piuttosto che alla trasformazione degli aeroporti calabresi in moderne ed efficienti infrastrutture di trasporto.


Una Gestione Clientelare e Inadeguata:
SACAL, l’ente che gestisce i tre aeroporti calabresi, dovrebbe essere il motore di sviluppo per il turismo e l’economia regionale. Tuttavia, sotto la guida dell’amministratore unico, Marco Franchini, la società sembra più preoccupata di mantenere legami politici e soddisfare interessi clientelari, piuttosto che gestire con competenza e visione. Questa gestione clientelare non solo compromette l’efficienza operativa degli aeroporti, ma alimenta un sistema di assunzioni che favorisce raccomandazioni politiche piuttosto che merito e competenza.


Un Grave Incidente di Sicurezza Ignorato:
A rendere ancora più evidente l’inadeguatezza della gestione SACAL, si aggiunge un recente e grave incidente di sicurezza, riportato dalla testata “La Novità online”. Piuttosto che affrontare la situazione con la dovuta professionalità, l’amministratore unico Franchini ha reagito in modo arrogante e poco professionale, dimostrando ancora una volta la mancanza di una leadership adeguata alla gestione di infrastrutture così cruciali per la regione. Questo episodio, che avrebbe dovuto suonare come un campanello d’allarme, è stato invece minimizzato, se non addirittura ignorato, da chi dovrebbe garantire la sicurezza e l’efficienza del sistema aeroportuale.


Il Paradosso dei Dati:
Mentre Occhiuto continua a presentare i dati dell’aeroporto di Reggio Calabria come un successo straordinario, la realtà è ben diversa. La crescita dei passeggeri a Reggio Calabria avviene a scapito di Lamezia Terme, che ha perso oltre 120.000 passeggeri solo nel primo semestre del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo declino è il risultato diretto di una strategia miope e di investimenti mal indirizzati, che non tengono conto delle reali necessità del sistema aeroportuale calabrese.
Dati alla Mano:
Lamezia Terme:
2019: 1.294.000 passeggeri
2024: 1.191.000 passeggeri
Differenza: -103.000 passeggeri
Internazionali: -22.000 passeggeri
Reggio Calabria:
2019: 191.000 passeggeri
2024: 223.000 passeggeri
Differenza: +32.000 passeggeri
Internazionali: +26.000 passeggeri
Crotone:
2019: 72.000 passeggeri
2024: 116.000 passeggeri
Differenza: +44.000 passeggeri
Internazionali: +7.000 passeggeri


Un Confronto Imbarazzante:
Se confrontiamo i dati del primo semestre 2024 con quelli del 2019, emerge un quadro ancora più preoccupante: nonostante l’ingente somma di 85 milioni di euro investiti dalla giunta Occhiuto, il sistema aeroportuale calabrese ha registrato una perdita complessiva di 27.000 passeggeri rispetto al 2019. Questo risultato è ancora più grave se si considera che nel 2019, la giunta Oliverio aveva assegnato a Ryanair solo 1,5 milioni di euro per attività di marketing. La sproporzione tra l’investimento e i risultati ottenuti è evidente e inaccettabile.


Analisi Politica:
Un Sistema Corrotto da Legami Politici: Il fallimento delle politiche di Occhiuto è strettamente legato a una gestione di SACAL che è profondamente influenzata da legami politici e da una rete clientelare che soffoca ogni tentativo di modernizzazione e sviluppo. L’amministratore unico, Marco Franchini, è l’emblema di questo sistema: una figura incapace di portare la società di gestione degli aeroporti calabresi verso una trasformazione moderna ed efficiente. Il recente incidente di sicurezza, e la reazione inadeguata di Franchini, sono solo l’ultimo esempio di una gestione fallimentare che continua a mettere a rischio non solo l’efficienza degli aeroporti, ma anche la sicurezza dei passeggeri.


Timide reazioni dal PD
Mentre la crisi aeroportuale diventa sempre più evidente, anche il Partito Democratico di Lamezia Terme ha finalmente rotto il silenzio, seppur con una posizione timida e poco incisiva. L’iniziativa infatti è del PD lametino, dei democrat regionale e nazionale si sono perse da tempo le tracce. Il PD lametino, attraverso la voce del suo segretario l’avvocato Masi, ha espresso preoccupazione per il declino dello scalo di Lamezia, sottolineando come la crescita di Reggio Calabria stia avvenendo a spese del principale aeroporto regionale. Tuttavia, il suo intervento si è limitato a una serie di dichiarazioni formali, senza una vera e propria condanna dell’operato di Occhiuto né una proposta concreta per invertire la rotta. Questa presa di posizione del PD di Lamezia appare come una reazione tardiva e insufficiente rispetto alla gravità della situazione. Sebbene abbiano riconosciuto i problemi, la mancanza di una critica più decisa e di una mobilitazione concreta lascia perplessi. In un momento in cui la gestione SACAL e le politiche del presidente Occhiuto richiederebbero un’opposizione vigorosa, la risposta del PD lametino si è dimostrata piuttosto tiepida, quasi a voler evitare un confronto diretto con il potere regionale.


Se il PD è timido il centrodestra è muto
Il declino dell’aeroporto di Lamezia Terme, un tempo fiore all’occhiello della Calabria sono solo la punta dell’iceberg di una crisi che affonda le radici in scelte politiche miopi e interessi elettorali che sembrano mettere in secondo piano il bene comune.
La responsabilità di questo disastro non è di un’entità astratta, ma ha nomi e cognomi ben precisi. Il parlamentare Francesco Cannizzaro, tanto per non fare nomi, attuale coordinatore regionale di Forza Italia, è uno di quelli la cui responsabilità emerge in maniera evidente. Il deputato reggino, infatti, è il principale artefice di una politica che sta frammentando la regione, invece di promuoverne uno sviluppo armonico. Sotto la sua spinta, la Calabria sembra tornare ai tempi bui in cui veniva chiamata “le Calabrie,” una terra divisa e sfruttata, dove gli interessi di pochi prevalgono sulle necessità collettive.
La strategia adottata dal governo regionale, guidato da Roberto Occhiuto, sembra essere stata quella di sacrificare Lamezia Terme a vantaggio di Reggio Calabria, in un cinico gioco elettorale che nulla ha a che vedere con lo sviluppo sostenibile della regione. Gli 85 milioni di euro elargiti a Ryanair per incentivare nuove rotte sembrano un investimento che, alla fine, rischia di portare più danni che benefici. In un contesto così complesso, la crescita dell’aeroporto di Reggio Calabria appare come una vittoria a caro prezzo, ottenuta sul cadavere di Lamezia Terme.


Il silenzio del Sindaco di Lamezia e del centrodestra della città
Eppure, ciò che colpisce di più in questa triste vicenda è il silenzio assordante del centrodestra catanzarese e lametino, che sembra aver perso la capacità di difendere gli interessi del proprio territorio. Il sindaco Paolo Mascaro, un tempo fiero combattente per Lamezia, sembra oggi essersi arreso, accettando passivamente decisioni che vanno contro la città che dovrebbe rappresentare. Il suo atteggiamento di sudditanza, come lo definisce Francesco Grandinetti, ex presidente del consiglio comunale di Lamezia, è emblematico di un centrodestra che ha scelto di sacrificare Lamezia sull’altare degli equilibri di potere interni a Forza Italia e alla regione.
E se il silenzio di Mascaro è inquietante, quello degli altri esponenti del centrodestra locale è addirittura ridicolo. Domenico Furgiuele, deputato della Lega, sembra più interessato a fare da conduttore di un improbabile “Masterchef” casalingo che a difendere l’aeroporto intercontinentale della Calabria. Wanda Ferro, ormai fossilizzata nel suo ruolo di sottosegretaria agli interni, sembra più preoccupata di mantenere il proprio potere all’interno di Fratelli d’Italia che di dare risposte concrete ai problemi del territorio. Con questo gioco dell’oca degli opportunismi, tutti questi personaggi e personaggetti si sono autocondannati alla irrilevanza politica.

Questo scenario di disfacimento politico e istituzionale richiederebbe dunque, una riflessione seria e urgente. Il silenzio e l’inazione non possono più essere tollerati. L’aeroporto di Lamezia Terme non può essere abbandonato a un destino di irrilevanza, e la Calabria non può permettersi di vedere diviso e indebolito uno dei suoi principali asset strategici. È tempo che le forze politiche locali e regionali, indipendentemente dal colore politico, si assumano la responsabilità delle loro scelte e agiscano per il bene della comunità. Continuare a minimizzare il problema o a ignorarlo non farà che accelerare il declino non solo di Lamezia, ma dell’intera Calabria.
Il presidente Roberto Occhiuto forse dovrebbe smettere di nascondersi dietro proclami e successi di facciata. O peggio andare a Roma di soppiatto per elemosinare qualcosa che potrebbe servire ai calabresi ad ingoiare la pillola dell’autonomia differenziata. Dovrebbe invece affrontare la realtà di una gestione SACAL che sta fallendo su tutti i fronti, dalla sicurezza alla crescita del traffico passeggeri. I calabresi meritano trasparenza, competenza e una vera leadership che possa trasformare il sistema aeroportuale regionale in un’infrastruttura moderna ed efficiente. Fino a quando Occhiuto continuerà a ignorare i veri problemi e a proteggere un sistema corrotto da indicibili compromessi politici, il futuro del turismo aereo in Calabria rimarrà in bilico sull’orlo del baratro.

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