martedì, 10 Settembre 2024

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Il Potere della Voce: Un Premio che Onora la Verità e la Giustizia a San Giovanni in Fiore

In una serata densa di emozioni, Pasquale Motta riceve il Premio Amedeo Ricucci, un riconoscimento al coraggio di raccontare la realtà in una terra complessa e sofferente

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La sera del 18 agosto sarà per sempre impressa nella mia memoria. In quella data, ho avuto l’onore di ricevere un riconoscimento di grande valore etico e professionale: il Premio Letterario Città di San Giovanni in Fiore, dedicato alla memoria di Amedeo Ricucci, un giornalista che ho avuto il privilegio di conoscere personalmente. È stata una serata particolarmente emozionante, al punto da doverne scrivere ora, a mente fredda, per esprimere al meglio la mia profonda gratitudine.
Vorrei iniziare ringraziando Stefania Fratto, presidente dell’associazione “Donne e Diritti”, per il suo impegno instancabile nella difesa dei diritti delle donne in una regione segnata dallo spopolamento e da gravi difficoltà economiche. Stefania, insieme alle sue associate, combatte quotidianamente per mantenere vivo l’ospedale di San Giovanni in Fiore, depauperato e minacciato da politiche miopi di “razionalizzazione della spesa”, che in realtà celano un più ampio disegno di distruzione della sanità pubblica a favore di quella privata, influenzata da lobby e interessi occulti.
Ricevere questo premio dalle mani di queste donne straordinarie, per il mio umile lavoro di cronista, che ha cercato di dare voce alle loro lotte, è stato un momento di intensa commozione. Queste donne, in una realtà come quella di San Giovanni in Fiore, una comunità gravemente assediata da problemi come la disoccupazione e lo spopolamento, lottano per una sanità più giusta e per il diritto di restare nella loro terra. Tuttavia, si trovano a combattere non solo contro l’indifferenza delle istituzioni regionali, ma anche contro un’amministrazione locale inadeguata, guidata da un sindaco che, paradossalmente, è una donna ma che sembra aver voltato le spalle a queste legittime rivendicazioni.
La serata del 18 agosto è stata anche l’occasione per ricordare Amedeo Ricucci, un grande giornalista che ho avuto l’onore di conoscere. Amedeo era un cronista instancabile, un uomo libero che ha sempre tratto le sue convinzioni dall’osservazione diretta sul campo, mai dai comodi rifugi di hotel a cinque stelle. Ha dedicato la sua vita a raccontare la verità, anche quando il male che lo consumava lo aveva ormai ridotto allo stremo. Amedeo è morto facendo ciò che amava, sul campo, mentre documentava lo stato scandaloso della sanità nella sua Calabria. Ricevere un premio in sua memoria è stato un onore indescrivibile, che mi ha riempito di emozione e gratitudine.
Un ringraziamento speciale va a Massimo Covello, presidente della giuria del Premio San Giovanni in Fiore, che ha sottolineato come la decisione di attribuirmi questo riconoscimento sia stata presa all’unanimità. Questo ulteriore gesto di stima e riconoscimento ha reso la serata ancora più significativa per me.
Concludo condividendo la motivazione ufficiale del premio, che rappresenta per me non solo un riconoscimento del lavoro svolto, ma anche un impegno per il futuro. L’impegno a continuare a dare voce a chi spesso viene ignorato, a raccontare storie che meritano di essere conosciute, a mantenere alta la bandiera di un giornalismo che, in una terra come la nostra, è fondamentale per combattere l’omertà, l’indifferenza e la propaganda.
“Attribuzione Premio speciale al giornalista Dr. Pasquale Motta”
Motivazione
.
“Pasquale Motta, Calabrese di Nocera Terinese, è un giornalista, documentarista, conduttore televisivo, autore di inchieste. Forte della sua cultura, della sua sensibilità sociale, della cristallina coscienza etica, nel corso di questi ultimi anni non ha mai lesinato, nello svolgimento della sua professione, in una terra cosi piena di contraddizioni e criticità, di dare voce e visibilità al mondo associativo, tra cui “Donne e Diritti”, anche quando poteri Istituzionali ed altri, ne sollecitavano il silenzio. Si può ben dire che, in un’epoca contrassegnata paradossalmente da un proliferare esponenziale delle fonti di divulgazione e contemporaneamente da una drammatica regressione del ruolo del giornalista, spesso diventato mero “ portavoce propagandistico” del potere costituito, Pasquale Motta incarni il migliore profilo di una professione che della libertà e dello spirito critico non può fare a meno. Informare, far conoscere, alimentare curiosità e svelare le dinamiche dei processi; rendere i cittadini consapevoli e capaci di discernere tra l’informazione e la propaganda, rimangono obiettivi essenziali del giornalismo. Sicuramente in una terra come la nostra in cui l’omertà, il disinteresse, l’opacità ed il qualunquismo, vengono costantemente alimentati. A Lui, con convinzione e con la certezza che saprà mantenere questo suo alto profilo, assegniamo come segno di riconoscimento e di impegno il Premio Amedeo Ricucci 2024.”


Epilogo:
Questa serata è stata più di una celebrazione; è stata una testimonianza del potere della parola e della verità in un mondo sempre più complesso e difficile. È stato un richiamo all’importanza del giornalismo libero e critico, capace di illuminare le zone d’ombra della nostra società e di dare voce a chi altrimenti non ne avrebbe. Questo premio, ricevuto in un luogo così emblematico e dalle mani di donne così coraggiose, mi ha ricordato quanto sia importante non smettere mai di raccontare la realtà, per quanto scomoda possa essere. Perché solo attraverso la verità si può sperare di costruire un futuro migliore per tutti.

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