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Il reato di abuso d’ufficio alla Corte Costituzionale: il caso della riforma Nordio e i rischi per la lotta contro la corruzione

Il reato di abuso d'ufficio alla Corte Costituzionale: il caso della riforma Nordio e i rischi per la lotta contro la corruzione

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Il 7 maggio 2025, il reato di abuso d’ufficio, recentemente abrogato dalla riforma Nordio (legge 114 del 9 agosto 2024), approda alla Corte Costituzionale, che esaminerà la questione sollevata dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 9442/2025. La Cassazione, nell’ambito di un ricorso in cui la difesa chiedeva l’annullamento di una condanna per abuso d’ufficio, ha rilevato potenziali profili di incostituzionalità nella riforma, avviando un incidente costituzionale.

La questione centrale riguarda la possibile violazione, da parte della riforma, degli impegni assunti dall’Italia in relazione alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione, adottata a Merida nel 2003 e ratificata nel nostro Paese con la legge 116/2003. In particolare, la Cassazione ha evidenziato un contrasto tra l’articolo 1 della legge Nordio e l’articolo 19 della Convenzione, che prevede l’introduzione di misure penali efficaci per combattere la corruzione, tra cui il reato di abuso d’ufficio.

Secondo la Corte di Cassazione, la riforma Nordio potrebbe tradire gli obblighi assunti dall’Italia con la ratifica della Convenzione, poiché l’abrogazione dell’abuso d’ufficio senza l’introduzione di altri strumenti adeguati di tutela, come il sistema disciplinare nella pubblica amministrazione, potrebbe creare un vuoto normativo nella lotta contro la corruzione. La Cassazione ha sottolineato che l’Italia, con la riforma, rischia di violare l’obbligo di garantire un livello adeguato di efficacia nella prevenzione della corruzione, come previsto dalla Convenzione di Merida.

Nonostante questi dubbi, la Corte di Cassazione ha riconosciuto che la riforma Nordio nasce dall’esigenza di evitare fenomeni di paralisi burocratica e dalla crescente discrepanza tra il numero di procedimenti per abuso d’ufficio e quelli conclusi con una condanna. La Cassazione ha osservato che il legislatore ha cercato di scongiurare la diffusione della burocrazia difensiva, un fenomeno che rallenta l’azione amministrativa, specie nei procedimenti più delicati.

Il prossimo passo sarà quindi affidato alla Corte Costituzionale, che dovrà esprimersi sull’eventuale incostituzionalità della riforma Nordio, valutando se l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio possa comprometterne gli impegni internazionali contro la corruzione e l’efficacia delle politiche di prevenzione.

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