Due europarlamentari italiani, Fulvio Martusciello di Forza Italia e Giuseppe Ferrandino, ex esponente di Azione, risultano indagati per presunte irregolarità nelle note spese presentate all’amministrazione del Parlamento Europeo. Secondo quanto riportato dal quotidiano belga Le Soir, la Procura Europea aveva avviato verifiche circa un anno fa dopo aver riscontrato incongruenze nei registri delle presenze. L’ipotesi investigativa è che i due politici abbiano falsificato le firme l’uno dell’altro, permettendosi così di riscuotere entrambi l’indennità giornaliera di 350 euro, prevista per i deputati presenti in aula a Bruxelles o a Strasburgo. Oltre a questa presunta frode, sono emersi dubbi anche su alcuni rimborsi per i trasporti.Ferrandino ha dichiarato di non essere a conoscenza di alcuna indagine a suo carico, pur senza escludere che possa esistere. Martusciello, invece, ha affermato di aver già chiarito la questione con gli uffici del Parlamento Europeo. Tuttavia, il suo nome è tornato al centro dell’attenzione negli ultimi giorni a seguito del sequestro del suo ufficio nell’ambito di un’indagine su attività di lobbying illecite legate all’azienda cinese Huawei.Ad aggravare la situazione è arrivato l’arresto di Lucia Simeone, sua storica assistente, fermata giovedì nei pressi di Caserta su mandato delle autorità belghe. Le accuse nei suoi confronti sono pesanti: associazione a delinquere, riciclaggio e corruzione, in apparente collegamento con l’inchiesta su Huawei. Lo scenario che emerge solleva interrogativi sulla gestione delle risorse e sulla trasparenza all’interno delle istituzioni europee, alimentando il dibattito su possibili abusi e condotte illecite nel cuore della politica comunitaria.
Indagati gli europarlamentari Martusciello e Ferrandino per presunte irregolarità nelle spese
Sospetti su firme false per ottenere rimborsi. L'inchiesta si intreccia con il caso Huawei, che ha già portato all’arresto della collaboratrice di Martusciello, Lucia Simeone
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