Carissimo Direttore Pasquale Motta,
ho letto con attenzione il Suo articolo dal titolo “I messaggi di Gratteri al Parlamento sembrano un ricatto” e mi sono determinato ad intervenire, soprattutto perché, ho per Lei, grande stima, ragione per cui Le dico immediatamente, quanto non sia il sottoscritto, precisamente o segnatamente, d’accordo sul punto.
Difatti, non è che ‘sembra’, bensì, a mio modesto avviso lo è! E se non lo fosse, certamente è un messaggio di chi qualcosa sa e la sa certamente, epperò rientra il tutto in questa putrida palude del ‘dossieraggio’, laddove certuni conoscono ogni aspetto della vita altrui e -guarda caso- questi certuni sono sempre gli addetti ai lavori di un certo ‘magistratume militante’, con annesso il combinato disposto dei ‘chevaliers servant’ dei fidati, nonché fidi, operatori della loro polizia giudiziaria, a cui si aggiungono presunti Suoi colleghi.
E già, poiché questi ultimi, sono iscritti al Suo medesimo Ordine Professionale, ovvero quello dei giornalisti, mentre sono asservitamente miserevoli miserabili, dediti al megafonismo di succitati (non)’giganti’.
In verità e per dirla tutta, prorio i megafonisti sono coloro che pubblicano notizie coperte da segreto istruttorio e tale segreto viene violato non certo dagli indagati, ma è normalmente lapalissiano pensare, sospettate, credere ed esser certi, che sia propalato dagli operatori del ‘magistratume’.
Lei e i lettori, perdonerete la mia lunga dissertazione a mo` di ‘preambolo’, ma tutti sapete che il sottoscritto, essendo ‘figlio di Arnaldo Forlani’ ha il preambolo quale elemento contraddistintivo, nonché consuetudine espositiva (e non solo espositva), ma il discorrere è stato utile ad inquadrare il pericolosissimo momento storico in cui ci triviamo a vivere e praticamente lo definirei un tempo triste e decadente.
In esso, non esiste classe e visione politica, proprio perché il ‘magistratume’ militante e farloccamente militarizzato (di pandette e norme, le quali sono “interpretate per gli amici e applicate per i nemici”…parimenti a come giustamente disse, più di un secolo addietro, Giovanni Giolitti), dicevo tale ‘magisttatume’, ha perseguito cio` ed infine è riuscito nel suo intento.
Oramai non esiste che un potere, ovvero quello Giudiziario, chiaramente amministtato da una categoria professionale, cioè i magistrati e tale potere Giudiziario soverchia gli altri due, i quali altro non sono se non il Legislativo e l’Esecutivo, a loro volta rappresentati dalla politica o da quel e resta di essa.
Già, cosa resta della politica, visto che ormai non si vota nemmeno più, in luogo alle formule cooptative con cui si stabiliscono i componenti del Parlamento?
Soggetti, in gran parte dediti al servo encomio padronale di un momentaneo leader, a sua volta riconosciuto tale, ma solo fino a quando garantirà ai tali ‘maggiordomi e governanti’, la cadrega alla Camera o al Senato.
Tale aspetto meriterebbe una riflessione a parte, eppure tutto si tiene e tutto si lega, in un disegno unico e perverso, del quale sono i cittadini a farne le spese, vedendosi comprimere persino gli spazi di libertà e la privazione dei diritti fondamentali e costituzionali.
Non meravigliamoci quindi se Gratteri ha lanciato il suo monito a mezzo TG RAI (con tanto di inarcamento del suo sopracciglio sinistro scheggiato), poiché con fare non guascone (sarebbe troppo chic essendo la Guascogna in Francia e lì si parla la lingua di Moliere, percio`già non capiamo noi italiani il suo idioma, figuriamoci i francesi…) dicevo, non con fare guascone, bensì da guappo -e si badi bene, ‘guappeggiava’ di già quando operava con disastrosi risultati ed oceaniche assoluzioni circa le sue psicotiche indagini- sottolineo, pur utilizzando tale fare da guappo, non sposta nulla in me e nella coscienza delle donne e degli uomini liberi, anzi aumenta la consapevolezza di quanta giusta lotta civile, persino a sprezzo del pericolo, dobbiamo continuare a fare, perché un regine poliziesco (in cui sono acquisite eventuali non notizie criminis), non è una Repubblica delle Banane, bensì l’ingresso dei fondamentalisti stile ISIS.
E allora, ordunque, ‘resistenza’ sia!
Vincenzo Speziali