giovedì, 1 Maggio 2025

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Lamezia, il centrodestra si ricompatta su Mario Murone: “Una città nuova, senza padrini né padroni”

Presentata la candidatura dell’avvocato e docente universitario sostenuto da un’ampia coalizione: “Non un uomo di partito, ma un progetto politico pieno. Basta pendolarismi e fantasmi del passato”. Cannizzaro, Ferro, Galati, Mancuso, Talerico e Furgiuele in campo con lui. Ma l’ombra di Bevilacqua incombe sul primo turno

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Parte ufficialmente la campagna elettorale per il rinnovo dell’amministrazione comunale di Lamezia Terme, e parte con una notizia tutt’altro che scontata: il centrodestra si presenta unito, o almeno apparentemente ricompattato, dopo settimane di fibrillazioni, veti incrociati e tentativi di spaccatura. Fino a pochi giorni fa, il rischio di derive multiple – dal civismo in cerca di sponsor partitici, fino alla concorrenza interna – era più che concreto. E invece, nella sala gremita per la presentazione di Mario Murone, avvocato penalista e docente universitario, la coalizione ha dato prova di forza, mettendo in campo i suoi “big” regionali e nazionali.

La candidatura di Murone, inizialmente considerata di profilo tecnico e civico, ha assunto il profilo di un vero e proprio progetto politico, con il sostegno compatto di Forza Italia, Lega, Fratelli d’ItaliaLamezia al CentroLamezia DomaniLega SalviniNoi Moderati. Tuttavia, sullo sfondo, resta una variabile non trascurabile per la tenuta del centrodestra lametino: la candidatura dell’ex azzurro Gianpaolo  Bevilacqua, considerata a tutti gli effetti una scheggia del mondo di centrodestra. Bevilacqua potrebbe erodere consensi soprattutto tra gli elettori moderati e popolari. Per questo, i colonnelli della coalizione si sono mossi compatti, cercando di chiudere al primo turno, o comunque di blindare il primato delle liste.

Ed è proprio questo lo spirito che ha animato gli interventi nel corso della presentazione. Un “suonare la carica” che si è tradotto in una carrellata di dichiarazioni forti, emozionali, dirette.

Talerico: “Una città che deve tornare protagonista, non più subalterna”

È Antonello Talerico, consigliere regionale e promotore della lista “Calabria Azzurra”, a rompere il ghiaccio. “La nostra partecipazione – ha detto – è convintamente dentro Forza Italia. Abbiamo indicato Mario Murone perché è la figura giusta: nuova ma preparata, capace di interpretare le istanze della città e di stare in linea con il lavoro che il presidente Occhiuto sta facendo per la sanità calabrese”.

Talerico ha attaccato la riforma che ha declassato l’ospedale di Lamezia e ha ribadito la necessità di rilanciare l’asse Catanzaro-Lamezia: “Lamezia è l’ombelico della Calabria. Non è secondaria a nessuno. Deve essere riconosciuta come tale, anche a livello istituzionale”.

Mancuso: “Due liste per Murone, Lamezia sia il motore della Calabria centrale”

Presente con il suo doppio ruolo di presidente del Consiglio regionale e coordinatore regionale della LegaFilippo Mancuso ha portato alla conferenza un tono pragmatico e programmatico. “Mario Murone – ha detto – ha tutte le qualità che servono per guidare una città complessa come Lamezia: preparazione, visione, equilibrio. È la persona giusta per farci vincere, ma soprattutto per governare”.

Mancuso ha posto l’accento sul valore strategico della città, “che deve diventare il motore dello sviluppo dell’area centrale della Calabria”, e ha indicato le priorità: infrastrutture, riqualificazione industriale, valorizzazione del mare e delle potenzialità turistiche.

In particolare, ha sottolineato la necessità di un piano per il rilancio del litorale: “È assurdo che una città come Lamezia abbia il mare così trascurato. È una risorsa da mettere finalmente a sistema”.

Il presidente dell’Assemblea legislativa ha poi annunciato la messa in campo di due liste a sostegno del candidato: una ufficialmente targata Lega e un’altra civica, “Lamezia Domani”, nata dalla collaborazione con esponenti locali come Vescio e Gianturco, e con l’apporto dei liberali federati.

“Ci mettiamo la faccia e l’organizzazione – ha concluso Mancuso – e puntiamo con determinazione a portare Murone al successo. Il centrodestra unito oggi dimostra che su Lamezia si gioca una partita cruciale per tutta la regione”.

Galati: “Murone è il frutto della maturità del centrodestra”

Parole cariche di politica e memoria quelle di Pino Galati, che ha voluto ricordare con affetto Michele Traversa e ha indicato in Murone “la cifra di un nuovo patto tra comunità e politica”.

“Quando Mario sarà sindaco – ha detto – dovrà ricordarsi della lezione di correttezza istituzionale che ci ha lasciato Michele. Noi ci stiamo unendo non per nostalgia, ma per costruire qualcosa che abbia coerenza e forza. E lo dico anche a chi non ha speso una parola per Emanuele Ionà, colpito da un’intimidazione grave: la politica si misura anche nel rispetto istituzionale”.

Galati ha rimarcato il ruolo di Murone come punto di equilibrio: “Un uomo con esperienza professionale, ma anche con la freschezza del mondo universitario, capace di ascoltare i giovani e interpretare la trasformazione sociale”.

Cannizzaro: “Non chiedo di stare con lui. Lo pretendo. È il nostro uomo”

Forte, senza giri di parole, l’intervento di Francesco Cannizzaro, segretario regionale di Forza Italia:

“Mario Murone è un uomo perbene. Chi oggi si candida fuori dal centrodestra, anche se si definisce di centrodestra, sta facendo una scelta diversa. E noi non ci stiamo. Non parliamo di avversari del passato: Lo Moro era sindaco trent’anni fa. Noi oggi proponiamo il futuro”.

Cannizzaro ha poi rivendicato il lavoro dell’amministrazione uscente, con parole di grande rispetto per Paolo Mascaro: “È stato uno dei migliori sindaci della Calabria. Ha risanato i conti e lasciato una città pronta a decollare. Se oggi possiamo proporre una figura nuova come Mario, è anche grazie a lui”.

Il segretario azzurro ha chiuso richiamando tutti al lavoro “con la pancia a terra”, per raggiungere il 50% al primo turno.

Ferro: “Lamezia ha bisogno di Stato, non di gossip. Con Murone cambiamo passo”

Particolarmente rilevante, anche per il suo ruolo istituzionale, l’intervento di Wanda Ferrosottosegretario all’Interno, che ha ricordato Michele Traversa e spiegato di essere presente “con due cuori”.

Poi, il passaggio politico: “Abbiamo scelto Mario Murone perché è un uomo libero, senza padrini né padroni. In questa città – ha detto – la politica deve smettere di alimentare i campanili e iniziare a rispondere ai bisogni veri”.

E, con un tono più tagliente, ha replicato indirettamente ai sospetti e ai gossip emersi attorno alla candidatura di Murone:

Una cosa sono i rapporti istituzionali, altra cosa l’amicizia. Ma chi tradisce una volta, tradisce sempre. E Mario Murone non ha mai tradito il centrodestra”.

Un’affermazione che ha fatto da ponte all’intervento del candidato.

Murone: “Io, uomo bianco, scelgo la politica. Contro i sospetti rispondo con la verità”

L’intervento conclusivo, quello del candidato Mario Murone, ha un tono personale, profondo, diretto. “Sono qui – ha detto – perché ho risposto alla chiamata dei miei figli, che mi chiedevano perché in questa città non si fa nulla. E ho risposto alla chiamata di una parte della città. Spero diventi maggioritaria”.

Murone ha toccato tutti i temi politici – decoro urbano, rigenerazione, inclusione, giovani, disabilità, mare, terme, sport, intermodalità – ma lo ha fatto inserendoli in una narrazione autenticamente civile, con parole misurate ma nette. Ha ringraziato la politica, ma ha chiarito: “Non sono qui per fare il civico isolato. Il mio sarà un governo politico. Le forze che mi sostengono devono metterci la faccia. È finita l’epoca del civismo solitario”.

Il passaggio più forte è stato però quello sulla legalità e sul rischio di scioglimento:

Qualcuno nei giorni scorsi – e mi riferisco chiaramente a quanto detto da Doris Lo Moro – ha evocato lo spettro di nuovi scioglimenti. Io voglio dire una cosa all’onorevole Wanda Ferro, oggi qui anche come sottosegretario agli Interni: non ci servono nuove repressioni, ma un vero controllo preventivo. Non vogliamo commissariamenti. Vogliamo legalità vera, trasparente, collaborativa. Le misure di prevenzione servono per prevenire, non per colpire a posteriori”.

Parole nette, che hanno raccolto l’applauso più lungo della serata. Poi, il richiamo finale al mare dimenticato:

A Lamezia non c’è un solo ristorante sul mare. Eppure la città si chiama Lamezia Terme. Abbiamo terme a tre chilometri dal mare, una ricchezza irripetibile che nessuno ha mai valorizzato. E allora sì, dobbiamo ripartire da qui. Dal cuore della Calabria. Ma con un cuore nuovo”.

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