Un nuovo tassello si aggiunge alla drammatica vicenda che ha sconvolto la frazione Marinella di Lamezia Terme: nel pomeriggio, all’interno del Policlinico universitario di Catanzaro, è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Bruno Di Cello, il 30enne ucciso dal padre Francesco, 64 anni, nella giornata di venerdì scorso.
L’esame, condotto dal medico legale Isabella Aquila, chiarirà nei prossimi quaranta giorni le condizioni e le modalità precise della morte. Tuttavia, gli inquirenti sembrano già avere un quadro abbastanza definito, soprattutto dopo la confessione dell’uomo, che avrebbe ammesso senza esitazioni di aver esploso un colpo d’arma da fuoco al volto del figlio.
Alla base del gesto ci sarebbe un lungo periodo di tensioni familiari, alimentate – secondo quanto trapelato – dalle continue richieste di denaro da parte della vittima, precedentemente denunciata dai genitori e condannata per estorsione. Un contesto di degrado emotivo e di esasperazione, culminato nella tragedia.
La salma verrà restituita ai familiari a breve, mentre rimane ancora incerta la data delle esequie, che potrebbero svolgersi in forma riservata. Un delitto che lascia sgomenta l’intera comunità lametina, chiamata ora a fare i conti con il dolore e con il silenzio che spesso accompagna drammi familiari di questa portata.