Fatale un infarto fulminante ad un sessantaduenne lametino per il quale non c’è stato nulla da fare. La notizia diventa un “caso politico” per il fatto che l’ambulanza giunge senza medico a bordo. L’infermiere, resosi conto della gravità della situazione e in attesa dell’arrivo dell’elisoccorso tenta di rianimarlo. L’uomo è stato poi trasportato all’ospedale di Catanzaro ma all’arrivo era già deceduto.
Una tragedia, si è detto, che diventa un “caso politico” da portare all’attenzione del governatore della Calabria, Roberto Occhiuto. L’iniziativa è del consigliere regionale di “Liberamente progressisti”, Antonio Loschiavo e rafforzata dalla presa di posizione del consigliere comunale lametino di “Nuova era”, Lucia Alessandra Cittadino.
Entrambi gli esponenti politici, in una nota congiunta, sottolineano il fatto che «la sanità lametina, senza fare sterile campanilismo, è da anni oggetto di una spoliazione senza precedenti con conseguenti tagli di risorse di mezzi e uomini. Sin dalla soppressione dell’Asl n. 6, il depotenziamento e la soppressione della quasi totalità dei reparti ha rappresentato la cifra della politica regionale».
Inoltre, aggiungono Loschiavo e la Cittadino, «è dei giorni scorsi l’emanazione del decreto con il quale si sopprime nei fatti, definitivamente ed inesorabilmente, un presidio di cure e servizi che, con difficoltà e spirito di abnegazione del personale medico e sanitario, cerca di garantire ad un bacino di circa 150.000 cittadini».
Loschiavo non manca di sottolineare come «più volte la Cittadino ha sollecitato un’audizione del presidente Occhiuto, il quale, nonostante una nutrita ed imponente rappresentanza di esponenti del proprio partito in seno all’amministrazione ed al consiglio comunale, non ha inteso, ad oggi, dare alcuna disponibilità ad incontrare i rappresentanti della massima assise cittadina». Rimarcano, anche in commissione sanità, la necessità che venga rispettato il diritto alla salute sancito dalla Costituzione, sottolineando che in mancanza di atti concreti da parte della Regione, il movimento “Liberamente progressisti” non esiterà «ad impugnare dinanzi alle autorità giudiziarie competenti» il tanto contestato decreto.