Non sono più i tempi in cui la guerra aveva un suo codice di onore. E nemmeno quelli in cui l’ordine era quello di non sparare sulla Croce rossa. Adesso per colpire, in quello che si usa definire guerra intelligente, si fa ricorso ad un algoritmo. Si ricorre all’Intelligenza artificiale. Il programma che utilizza l’algoritmo è sviluppato dall’esercito israeliano.
L’inchiesta di +972 ripresa da Il manifesto
A rendere nota questa micidiale scoperta che può cambiare i destini dei conflitti è il +972magazin un giornale indipendente con una lunga quanto articolata inchiesta ripresa dal quotidiano italiano “Il manifesto”. Una scoperta, questa dell’intelligenza artificiale applicata alla guerra, che fa rabbrividire l’opinione pubblica. C’è un algoritmo a decidere cosa colpire e cosa non colpire. Un algoritmo che in questo caso rappresenta l’anima poco razionale dell’intelligenza artificiale. Un algoritmo comandato a codificare le modalità di elaborazione di quei dati che qualcuno ha inserito.
L’inchiesta di +972 riprende le testimonianze di sei ufficiali di intelligence israeliani già in servizio nel conflitto in corso nella Striscia di Gaza. L’intelligenza artificiale, dunque, pronta ad influenzare le decisioni dei generali e a comandare nuova strategia di una guerra che diventa sempre più tecnologica, sempre più pericolosa. Un programma creato per individuare i soldati di Hamas. Già ma chi è che stabilisce chi sono i componenti del gruppo terroristico la cui azione ha dato vita al conflitto? Una domanda per nulla inopportuna per la cui risposta bisogna chiamare in causa i governi, non solo quelli occidentali, perché una siffatta arma da guerra è micidiale non solo quando finisce nelle mani sbagliate.
Nell’inchiesta ripresa da Il manifesto viene specificato come «le prime fasi della guerra, l’esercito ha dato un ampio via libera agli ufficiali per adottare le liste di obiettivi da uccidere generate da Lavender, senza porre alcuna condizione di controllare accuratamente il motivo per cui la macchina aveva fatto quelle scelte, o di esaminare i dati di intelligence grezzi su cui si basavano. Una fonte ha dichiarato che il personale umano spesso agiva solo come “timbro di approvazione” per le decisioni prese dalla macchina, aggiungendo che, personalmente, dedicava in media solo circa “20 secondi” a ciascun obiettivo prima di autorizzare un bombardamento».
America chiama Israele
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha parlato al telefono con il premier israeliano Benjamin Netanyahu per discutere degli ultimi sviluppi in Israele e Gaza. Nel corso della telefonata, riportano i media americani citando fonti dell’amministrazione americana, il presidente degli Stati Uniti è stato descritto come «molto arrabbiato» riguardo l’attacco israeliano in cui sono morti sette volontari che lavoravano per World Central Kitchen. Per Biden gli attacchi e la situazione umanitaria generale a Gaza sono «inaccettabili».
Non sappiamo se nel loro colloquio, durato circa trenta minuti, tra il presidente degli Stati Uniti e il premier israeliano, c’è stato spazio anche per parlare di questa micidiale arma da guerra generata dall’intelligenza artificiale. Di certo il presidente americano, per come riportano gli organi di informazione che riprendono anche fonti dell’amministrazione americana, è categorico nel ribadire che «un cessate il fuoco immediato è essenziale per stabilizzare e migliorare la situazione umanitaria».