mercoledì, 14 Maggio 2025

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Limardo: “Abbiamo salvato il Comune dal dissesto, ora non vanificate i sacrifici”

L’ex sindaco di Vibo Valentia rivendica il risanamento dei conti pubblici e lancia un monito all’attuale amministrazione

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“Un buon amministratore non costruisce per sé, ma per coloro che verranno dopo di lui”. Quando, alla fine del mio mandato, dissi a più riprese che la nuova amministrazione comunale, qualunque fosse stata, avrebbe avuto la strada tracciata sotto il profilo dei conti pubblici ero perfettamente consapevole, contrariamente a quanto sostenuto da certi urlatori del Pd, di cosa stessi parlando perché, a dispetto di chi obiettava, vissuto in prima persona. La notizia pubblicata sulla stampa locale della sensibile riduzione del 50% del disavanzo di amministrazione, che passa da 52 a circa 26 milioni di euro, raggiunto in appena tre anni, certifica nero su bianco le politiche virtuose messe in campo dall’amministrazione guidata dalla sottoscritta, visto che gli anni di riferimento vanno dal 2022 al 2024. Se oggi la Giunta municipale può godere di questo risultato lo deve agli effetti del lavoro svolto nei cinque anni precedenti quando, sull’orlo del secondo dissesto, insieme all’assessore e docente ordinario Professoressa Maria Teresa Nardo, siamo riusciti a rimettere in piedi il Comune sotto l’aspetto finanziario, con non poche difficoltà, i tanti viaggi a Roma, al Ministero, per perorare la nostra causa, evidenziando a chi aveva nelle proprie mani la sorte della città, che un nuovo default sarebbe stato una condanna quasi a morte per tutto il capoluogo. Veri e propri viaggi della speranza che alla fine, proprio in virtù della competenza e qualità della proposta messa sul tavolo grazie alla straordinaria professionalità della Professoressa Nardo e del Segretario Comunale Domenico Libero Scuglia che, insieme agli uffici finanziari, hanno dato i frutti sperati. E mi piace raccontare un aneddoto: l’1 marzo del 2024, giorno del nostro Patrono San Leoluca, data in cui si sono pronunciate le sezioni riunite della Corte dei Conti, mi sono recata all’udienza a Roma, da sola, per difendere la mia città. Ricordo che si è creata l’occasione per fermare addirittura il Presidente durante una pausa; mi sono fatta forza e coraggio e gli ho parlato col cuore in mano di come Vibo non potesse affondare ulteriormente e che non potevamo pagare per gli errori del passato dopo aver messo in atto una politica di risanamento dei conti e di atti amministrativi improntati alla trasparenza e alla legalità, soprattutto dopo il ciclone “Rinascita-Scott”,segnando un cambio di passo radicale rispetto agli anni precedenti. Ecco, forse quelle parole hanno inciso sulla decisione finale di cui oggi si vedono gli effetti, con l’inaugurazione delle piazze ad esempio – mentre aspettiamo di vedere da questa Giunta l’apertura di nuovi cantieri – una maggiore possibilità di manovra finanziaria, la possibilità di affrontare emergenze e soprattutto di risarcire le parti lese in presenza di sentenze in cui l’ente sia soccombente. Un esempio su tutti? La sentenza Cascasi. Se fosse sopraggiunta appena due anni addietro sarebbe stata come uno tsunami per il Comune di Vibo perché non c’era un soldo in cassa, ma il fatto che sia stata pronunciata solo qualche mese fa ha consentito all’Ente di non andare in default perché la mia amministrazione, cogliendo in pieno i suggerimenti stringenti dell’Assessore Professoressa Nardo, aveva messo da parte le risorse economiche necessarie per affrontare simili situazioni con l’apposita creazione di un Fondo Contenzioso. Nuovi rilevanti contenziosi arriveranno a sentenza, si teme di eguale entità, ma il sindaco Romeo e la sua Giunta possono dormire sonni tranquilli perché anche in questo caso le casse reggeranno grazie all’amministrazione Limardo e alla presenza, per usare un gergo poco tecnico ma di efficace comprensione, di questo “paracadute”, anche in altri settori. Qualche mese fa, se non ricordo male, il Comune ha ricevuto da parte del Ministero l’ulteriore e non ultima tranche dei 12 milioni del patto salva città e qui vi è la differenza plastica tra la mia amministrazione e questa: la seconda vive di rendita sui sacrifici della prima. Orbene, il trend evidenziato negli ultimi rendiconti porta ottimisticamente a pensare ad un raggiungimento del riequilibrio ben prima del 2038, sempre che le amministrazioni future non vanifichino quanto raggiunto nei tre anni precedenti. Intanto, iniziano ad esserci i presupposti per una riduzione dell’addizionale Irpef che abbiamo dovuto purtroppo imporre ai cittadini. I più attenti ricorderanno che con l’ultima approvazione del bilancio, nel 2024, avevo affermato che tali presupposti si sarebbero potuti determinare ben presto e ciò sta avvenendo, anche prima del previsto. Ciò significherà abbassare le tasse per i cittadini, e già lo avevamo fatto con la Tari, ed offrire migliori servizi. È, questa, una delle missioni primarie per un amministratore, e non posso che essere estremamente soddisfatta di averla centrata, seppur non essendo più alla guida della città. Noi, la strada per una gestione virtuosa del bilancio comunale attraverso una politica tributaria, severa ma necessaria, l’abbiamo tracciata, ora spetta a questa amministrazione, e a quelle che verranno, proseguirla, anche se, però, ho iniziato a vedere alcuni segnali non proprio rassicuranti, con le spese utilizzate per assumere un Capo di Gabinetto (voglio ricordare che il mio era stato nominato a titolo gratuito) e soprattutto la presenza di un assessore che non paga le tasse, consentendo alla popolazione di pensare che chi ha debiti con l’ente può farla franca. E allora che si fa? Si predica bene e razzola male? Ho letto che l’attuale assessore al Bilancio lamenta la carenza dell’attività di riscossione. Ebbene, oltre a porsi interrogativi si dia anche le risposte del perché ciò avviene e, prima di scaricare responsabilità sui cittadini, guardi tra i suoi colleghi. Il 30 aprile prossimo si svolgerà il Consiglio Comunale, che prevede anche la discussione sul rendiconto 2024. La maggioranza, soprattutto, e l’opposizione approveranno un atto reso possibile dalla mia amministrazione e questa è indubbiamente la rivincita migliore verso quei detrattori della domenica, privi di qualsiasi cognizione di causa, che dovranno adesso mettersi l’animo in pace e riconoscere la bontà del lavoro svolto dalla sottoscritta e dal suo esecutivo.

Avvocato Maria Limardo

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