Il monito di Giovanni Paolo II e il richiamo di Papa Francesco: 40 anni dopo, una battaglia ancora viva
Nel 40º anniversario della storica visita di Giovanni Paolo II a Crotone, il ricordo di quelle parole risuona oggi più che mai. Don Enzo Gabrieli, parroco di Mendicino, direttore della rivista della Curia di Cosenza Parola e Vita e postulatore della causa dei Santi, ha rilanciato quel monito con forza: “Seguire l’interesse dell’uomo, non del profitto”. Parole profetiche che Giovanni Paolo II pronunciò davanti agli operai della Pertusola Sud, mentre esortava la Calabria a guardare al futuro con responsabilità.
Oggi, Don Gabrieli ha collegato quel messaggio alla visione più ampia di Papa Francesco, che con l’enciclica Laudato si’ ha offerto una riflessione radicale sulla necessità di custodire il creato. Laudato si’, pubblicata nel 2015, esprime una chiamata universale all’azione per la tutela della “casa comune”, sostenendo che la crisi ecologica e quella sociale sono inseparabili. Papa Francesco ci ricorda che l’uomo è parte integrante della natura e che il degrado ambientale è una conseguenza diretta della ricerca del profitto a scapito del bene comune. L’enciclica sottolinea che il creato non è solo un bene da sfruttare, ma un dono da custodire per le generazioni future.
Come affermato da Don Gabrieli, “Il creato non è solo salvezza dalle malattie, ma qualcosa di più profondo. Per il credente, è il primo Vangelo, uno spazio di rivelazione che va rispettato e protetto. Le parole di Giovanni Paolo II restano oggi una profezia di speranza per la Calabria: i calabresi devono caricarsi della responsabilità della loro terra, restituendole la dignità che merita”.
La lotta per il territorio di Crotone e l’eredità di Monsignor Agostino
Questa commemorazione non può non intrecciarsi con la figura di Monsignor Giuseppe Agostino, vescovo di Crotone dal 1974 al 1998, che fu un attore centrale nelle battaglie sociali della città, in particolare al fianco degli operai della Pertusola Sud e delle altre fabbriche chimiche locali. Definito “operaio della fede” per la sua vicinanza ai lavoratori, Monsignor Agostino non si limitò a sostenere gli operai spiritualmente, ma partecipò attivamente alle lotte contro la chiusura delle fabbriche, schierandosi apertamente contro le ingiustizie sociali e sostenendo con forza i diritti dei lavoratori.
Monsignor Agostino seppe incarnare l’essenza di una Chiesa sociale, vicina ai più deboli e alle istanze di giustizia. Come ricordato durante le commemorazioni a lui dedicate, fu “un costruttore di coscienze”, capace di guidare la comunità in un periodo di grande tensione sociale, diventando un punto di riferimento solido per l’intera città di Crotone. La sua azione pastorale non si fermò alla guida spirituale, ma si concretizzò in un impegno tangibile per i diritti degli operai e per la promozione della dignità umana.

Una battaglia che continua
Oggi, Pino Greco, il delegato di fabbrica che si rivolse al Papa con il “tu” quel 7 ottobre 1984, rappresenta ancora la voce della lotta per la giustizia ambientale, in un territorio che continua a fare i conti con le scorie tossiche lasciate dalla Pertusola Sud. “Quarant’anni fa mi rivolsi al Santo Padre con sincerità e vicinanza. Oggi, la mia battaglia è per liberare Crotone dai veleni che ci avvelenano da decenni”, ha dichiarato Greco. Il confronto odierno sulla bonifica del sito industriale si è fatto sempre più acceso, con posizioni divergenti tra chi, come il Commissario Straordinario Generale Errigo, sostiene che le scorie possano essere trattate a Crotone, e chi, come il comitato “Fuori i veleni da Crotone”, che ne chiede la rimozione e lo smaltimento in discariche autorizzate.


Un futuro sostenibile per la Calabria
Don Enzo Gabrieli, riflettendo su questi problemi, ha ricordato che l’impegno di Giovanni Paolo II non è solo un ricordo, ma una sfida che deve essere raccolta. Papa Francesco, con Laudato si’, ha esplicitamente affermato che “la terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia”, evidenziando come il deterioramento dell’ambiente sia strettamente legato alla povertà e alle ingiustizie sociali. Le parole del Papa argentino risuonano con forza anche in Calabria, dove la lotta per la bonifica è simbolo di una battaglia più ampia per la giustizia sociale e ambientale.
“Riapriamo i cancelli del nostro cuore”, ha esortato Don Enzo, “perché a volte è l’egoismo, l’interesse di parte e le lobby di potere a bloccare il cammino verso un futuro sostenibile. Riconosciamo che la difesa del creato è un atto di giustizia verso l’uomo e verso Dio”.
Questo anniversario diventa quindi l’occasione per rinnovare l’impegno a proteggere la Calabria, riprendendo quel pensiero di Giovanni Paolo II e facendo eco all’appello di Papa Francesco: anteporre l’uomo e la natura agli interessi economici, in una terra che deve tornare a essere quel giardino che è sempre stata.