mercoledì, 22 Gennaio 2025

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Manifestazione a Bologna, esplosione alla centrale: ”Adesso basta morti sul lavoro”

L'incidente di Suviana ha smosso molte coscienze e, si spera, possa essere il punto di svolta per arrestare la famigerata questione dei morti sul lavoro. Alla manifestazione era presente il Governatore della Regione: “Quella dei morti sul lavoro è una emergenza nazionale”

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Grande coinvolgimento alla manifestazione organizzata dai sindacati più rappresentativi. Dalle fabbriche arrivano i dati della partecipazione: il 73% dei dipendenti Enel, il 97% dei lavoratori Tper, il 90% di Coop alleanza, il 100% di Marelli, il 95% di Lamborghini, incrociano le braccia. Si aggiungono altri settori, compresi luoghi culturali, negozi al dettaglio e servizi pubblici: la Cineteca, il Modernissimo, la biglietteria dell’Arena del Sole, il 100% di Lidl Funo e il 90% di Tigotà, oltre agli uffici postali. Il segnale è potente, le questioni in gioco vanno oltre le singole istanze aziendali, riguardano una preoccupazione di emergenza diffusa, che chiede a grande voce una rapida soluzione, un cambiamento radicale per la tutela del lavoratore.


Sindacati sul piede di guerra
Vittorio Caleffi, di Uil Tec regionale, Unione Italiana Lavoratori Tessile, Energia e Chimica, attacca: «Avevamo avuto segnalazioni sulla sicurezza in Enel, stiamo raccogliendo il materiale e siamo a disposizione dei pm. Se si muore anche in grandi aziende la situazione sta degenerando».

Il segretario Cgil nazionale Luigi Giove, ha fatto un intervento agguerrito, sostenendo che ”Dobbiamo capire come fermare questa strage. Vogliamo conoscere gli esecutori materiali che hanno agito a Suviana, ma i mandanti li conosciamo già: sono coloro i quali hanno precarizzato il lavoro, reso ricattabili i lavoratori, chi fa appalti a cascata e chi sfrutta i migranti. Per questo la nostra lotta continuerà”.
Solleva una questione rilevante, il segretario Cgil Bologna, Michele Bulgarelli, che pone una domanda retorica: ”Cosa ci faceva, per esempio, un pensionato di 73 anni dentro un cantiere?”.
E non era l’unico pensionato presente in cantiere. All’appello dei dispersi, mancava il 68enne napoletano, ritrovato anche se ancora non ufficialmente identificato. Salirebbero a sette i morti della centrale idroelettrica di Bargi.


Presente anche il Partito Democratico, contestato al megafono dai ragazzi di Rifondazione comunista: ”Fuori il Pd dal corteo, complice della precarietà”. Ma si sa, le contestazioni sono parte integrante della democrazia, se affrontate in modo costruttivo.
”I partiti mettano da parte le differenze”, interviene Bonaccini chiedendo di smettere di parlare di ”tragica fatalità” e ”di aprire una discussione seria e rapida su appalti e subappalti nelle aziende partecipate dello Stato”.
Sarebbe cruciale la collaborazione dei partiti fra di loro, una volta tanto per fini che siano di interesse collettivo.
Dura la dichiarazione del sindaco di Bologna, Matteo Lepore: ”Enel e le aziende appaltatrici non siano reticenti. Sappiamo cosa significa se una azienda di Stato non collabora a far luce su una strage”, alludendo probabilmente al disastro ferroviario di Crevalcore, che registrò la morte di 17 persone. Prosegue ribadendo che ”I morti sul lavoro non sono mai una tragica fatalità. Sono una questione sociale. Sono omicidi”.

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