“Mi metto il passamontagna e ti sparo”. È la scioccante frase che ha pronunciato un uomo di 60 anni di Aprilia nei confronti del giudice monocratico del tribunale di Latina Clara Trapuzzano, 34enne calabrese originaria di Lamezia Terme, figlia del già sindaco Doris Lo Moro, magistrato a sua volta in pensione. L’uomo era stato appena condannato in un processo nel quale doveva rispondere di resistenza a pubblico ufficiale per aver minacciato una dottoressa del pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Goretti. Come riportano diversi quotidiani locali, quando il giudice ha letto la sentenza, condannando il sessantenne alla pena di un anno e quattro mesi, l’uomo ha prima applaudito in modo ironico e poi, con uno scatto improvviso, si è avvicinato allo scranno, pronunciando la minaccia. Accompagnato immediatamente fuori dal suo avvocato e dai carabinieri del servizio di sorveglianza, dopo quanto accaduto il caso è stato affidato ai Carabinieri della Compagnia di Latina. Anche il magistrato è uscito dall’ufficio giudiziario scortato dai militari.
Un caso che ha scosso anche l’opinione pubblica calabrese, anche per via della notorietà della mamma che è stata pure parlamentare della Repubblica e assessore regionale alla sanità calabrese. Sulla vicenda, inoltre, è intervenuta la sottosezione di Latina dell’Associazione nazionale magistrati con una nota congiunta a firma del segretario Mario La Rosa e del residente Andrea D’Angeli.
«L’Anm sottosezione di Latina e tutti i magistrati di Latina – si legge nella nota – esprimono ferma vicinanza e solidarietà alla dottoressa Clara Trapuzzano Molinaro, aggredita in udienza da un imputato dopo la lettura del dispositivo. E’ un episodio grave che va stigmatizzato sia come fatto in sé in quanto offensivo della libertà personale di ogni individuo, sia come fatto lesivo della giurisdizione che è sempre in nome del popolo italiano e non contro qualcuno. I magistrati – prosegue la nota – adempiono al loro dovere nel rispetto delle garanzie anche degli imputati e non è tollerabile che siano intimiditi soltanto per avere svolto la loro funzione. Per giudicare bene, compito a cui il magistrato è chiamato ogni giorno in modo indipendente e imparziale, è indispensabile anche il contributo di tutti gli operatori del diritto e delle forze dell’ordine, tenute a vigilare all’interno dei palazzi di giustizia perché sia garantito il regolare svolgimento dell’attività giurisdizionale». L’Associazione, inoltre, constata come «l’aggressione di cui è stata vittima la dottoressa Trapuzzano Molinaro quello stesso giorno, sia stata preceduta da comportamenti inappropiati dal medesimo imputato in altre aule d’udienza. Di fronte a certe inaccettabili aggressioni – conlude la nota – l’Anm sottosezione di Latina ritiene necessario e imprescindibile ribadire che, a tutela della propria professionalità, del proprio onore e della propria integrità morale e fisica, la magistratura risponde e risponderà compatta a ogni tentativo di intimidazione».
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