Monsignor Giovanni Checchinato, vescovo di Cosenza, dedica il suo ministero agli “invisibili”, ovvero a quegli ultimi e emarginati che vivono nel centro storico della città. Con una sensibilità unica, Checchinato riesce a mettere in luce le contraddizioni di Cosenza, dove la bellezza architettonica si confronta continuamente con una realtà sociale segnata dalla povertà.
In un territorio ricco di storia e cultura, il vescovo non si limita a osservare; si impegna attivamente per alleviare le sofferenze di chi si trova ai margini della società. Checchinato chiama “invisibili” gli anziani, i disoccupati e quelli che vivono in condizioni di estrema difficoltà, sottolineando come spesso siano dimenticati dalle istituzioni e dalla società in generale.
Uno dei progetti emblematici che sostiene è l’iniziativa di Don Luca Perri, il quale porta la comunione a domicilio agli anziani in difficoltà. Questo gesto, anche se semplice, rappresenta un segno tangibile di solidarietà e vicinanza, un modo per far sentire queste persone parte integrante della comunità, nonostante le loro condizioni di vita.
In un contesto in cui la Chiesa deve affrontare sfide crescenti, Monsignor Checchinato e la sua equipe sono considerati un’ancora di salvezza per molti. Nella loro visione, la Chiesa non è solo un luogo di culto, ma un punto di riferimento per le persone in povertà, un porto sicuro dove ricevere aiuto e sostegno.
Uno degli strumenti che hanno messo in campo è l’Emporio Solidale, un’iniziativa che fornisce sostegno ai “nuovi poveri” tramite una tessera che consente di accedere a beni primari senza alcun costo. Questo servizio è diventato cruciale in un periodo in cui le difficoltà economiche si sono accentuate per molte famiglie e individui.
Monsignor Checchinato, dunque, non solo denuncia le ingiustizie sociali, ma offre anche soluzioni concrete. La sua azione è un esempio di come la fede possa tradursi in opere, rispondendo alle reali necessità di una comunità in sofferenza. Di fronte alla bellezza storica e architettonica di Cosenza, il vescovo ci ricorda che la vera dignità di una città si misura anche dalla cura e dall’attenzione riservata ai suoi cittadini più vulnerabili.