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Narcotraffico a Gioia Tauro: 25 condannati per un totale di 236 anni di carcere

Un'inchiesta storica porta alla luce la corruzione portuale e il traffico internazionale di droga

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Un’importante operazione giudiziaria si è conclusa con la condanna di 25 individui legati a un sofisticato giro di narcotraffico e corruzione che ha avuto luogo nel porto di Gioia Tauro, in Calabria. Complessivamente, le condanne ammontano a 236 anni di carcere, un segnale forte contro il crimine organizzato e il traffico internazionale di droga.

La sentenza è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari (gup) del tribunale di Reggio Calabria e fa parte dell’inchiesta conosciuta come ‘Tre croci’, che ha rivelato le gravi problematiche di corruzione all’interno del sistema portuale calabrese. Il porto di Gioia Tauro, considerato uno dei punti di transito più strategici per le rotte di droga, si è trovato al centro di questa complessa indagine che ha avuto ripercussioni a livello nazionale e internazionale.

Nel corso delle indagini, le forze dell’ordine hanno sequestrato oltre 4 tonnellate di cocaina, il cui valore di mercato è stimato intorno agli 800 milioni di euro. Questo sequestro rappresenta uno dei più grandi colpi inflitti al traffico di sostanze stupefacenti in Italia negli ultimi anni, evidenziando il ruolo cruciale che il porto gioca nel traffico internazionale.

Le condanne per gli imputati hanno variato da un minimo di 3 a un massimo di 16 anni, a seconda del grado di coinvolgimento dimostrato. La giustizia, sebbene si sia espressa in modo chiaro su un ampio numero di soggetti, ha escluso dalla sentenza il noto imprenditore Bruzzaniti, il cui caso verrà riassunto e discusso in un’udienza fissata per il 6 dicembre.

L’inchiesta ‘Tre croci’ è senza dubbio una delle più significative degli ultimi anni nel campo della lotta contro il narcotraffico in Italia. L’operazione ha messo in luce quanto sia pervasivo il problema della droga e della corruzione nelle istituzioni, richiamando l’attenzione sull’importanza di garantire un sistema portuale libero da attività illecite. Il giudizio finale rappresenta solo un passo nella lunga e difficile battaglia contro il narcotraffico e le mafie che operano in Calabria e oltre.

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