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“Nascente”, il lavoro discografico di Alessandro Marzano tra imperfezioni e interpretazioni di classici della musica brasiliana

Il lavoro, composto da 7 brani, arriva dopo due anni dall'ultimo disco del batterista vibonese, e vede la partecipazione dei musicisti Guglielmo Santimone, Federico Pierantoni, Francesco Ponticelli e Maria Pia De Vito

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A due anni di distanza dal suo precedente lavoro dedicato al songbook di Thelonious Monk, che prendeva spunto dalle bande del sud Italia, Alessandro Marzano torna con un nuovo progetto discografico: “Nascente”, autoprodotto e distribuito da Barly Records, disponibile dal 4 aprile sulle maggiori piattaforme musicali.

Composto da sette brani, “Nascente” è una vera e propria immersione nella musica d’autore brasiliana: un approfondimento musicale che nasce come studio personale e si trasforma in un’opera collettiva, grazie al contributo di musicisti d’eccezione.

Ad accompagnare Marzano in “Nascente”, Guglielmo Santimone, autore anche di un brano originale presente nel disco, giovanissimo pianista campano, laureato alla Siena Jazz University con all’attivo varie registrazioni da band leader, collaborazioni di alto profilo e riconoscimenti, tra cui il Tomorrow’s Jazz 2020 e il premio Marco Tamburini 2022; Federico Pierantoni al trombone, che ha suonato con l’orchestra di Tommaso Cappellato e con il gruppo CREI con direttore Nicola Fazzini, dove si sono esibiti al Cà Foscari Jazz Fest di Venezia; Francesco Ponticelli, uno dei contrabbassisti jazz più attivi in Italia, capace di inserirsi nei contesti più diversi, che ha collaborato con molti dei musicisti più influenti della scena, facendosi notare per il grande interplay e il continuo apporto immaginativo; Maria Pia De Vito, tra le cantanti più importanti della scena jazz europea, con alle spalle studi in canto lirico e contemporaneo, composizione, arrangiamento, che si dedica all’approfondimento della musica etnica mediterranea e balcanica, suonando anche chitarra e percussioni.

«Si tratta di un approfondimento sulla musica d’autore brasiliana, una forma di studio che si è trasformata in un disco. Brani che solitamente nascono dalle parole, ma con una musica talmente significativa da poter vivere anche senza il testo» dice Marzano, appassionato di batteria fin dall’età di dieci anni, che ha iniziato gli studi in conservatorio, approcciandosi alle percussioni classiche, lasciandole però dopo aver scoperto un disco del jazzista Ornette Coleman.

Nel lavoro discografico ci sono interpretazioni libere e personali di grandi classici: si passa da “Retrato Em Branco e Preto” e “Ligia” di Antonio Carlos Jobim, a “Beatriz” di Edu Lobo, da “Leve” di Chico Buarque, a “Agua e vinho” di Egberto Gismonti. Completa il lavoro “Chorinho pe ttè“, brano del pianista Santimone.

Ogni pezzo è frutto di una sola take, suonato lasciando spazio a imperfezioni e fragilità, che diventano parte integrante del lavoro artistico, andando contro la sempre più crescente attitudine a fare dischi perfetti.

La copertina e le illustrazioni interne del disco, registrato in primavera 2024 al Cicaleto Recording Studio di Francesco Ponticelli e Paolo Alberta, sono opera di Sualzo, noto nel panorama della graphic novel e dell’illustrazione italiana, frutto di un lavoro che si riserva alle opere pensate per durare nel tempo. 

La poetica di “Nascente” è racchiusa anche nella frase che accompagna la copertina:

Un disco è un albero che cresce in un posto dove il tempo scorre in modi sempre diversi e c’è tanto, tanto vento che muove le foglie e cambia la forma dei rami. Quel vento sono i musicisti che ci suonano dentro, che sanno – perché lo sperimentano ogni giorno – che la perfezione è bella ma stupida e che bisogna conoscerla per romperla, e quello che fanno nei dischi è fissare il momento irripetibile in cui la perfezione si rompe per fare spazio alla vita. Che è poi quello che succede quando si disegna un albero.”

BIOGRAFIA

Alessandro Marzano nasce in Calabria a Vibo Valentia. Si appassiona alla batteria da giovane, a dieci anni inizia con il conservatorio approcciandosi alle percussioni classiche che lascerà molto presto dopo aver scoperto un disco di Ornette Coleman.

Inizia a frequentare sin da piccolo concerti e festival. A Roccella Ionica, al festival Rumori Mediterranei nel 2005, gli viene assegnata una borsa di studio che gli permette di esibirsi al festival l’anno dopo. Si trasferisce a Roma dove incontra Fabrizio Sferra, batterista che seguirà e con il quale studierà la batteria per circa un paio d’anni.

Inizia a suonare e a collaborare con molti musicisti. Nel 2010 lascia la musica per dedicarsi alla cucina, passione che lo porterà ad aprire un piccolissimo ristorante nella sua città natale che porterà avanti fino al 2015.

Finita l’avventura del bistrot ricomincia a suonare nei club e a muoversi in diverse città in Italia.

Nel 2023 esce il primo suo disco da Leader, “Monk’s Pieces” un disco dove sperimenta il repertorio di Thelonious Monk senza strumenti armonici e con un approccio sonoro che prende molto spunto dalle bande del sud Italia.

Alessandro Marzano suona in molti progetti non solo di jazz e ha registrato diversi dischi negli ultimi dieci anni.

In Italia ha collaborato con tanti musicisti della scena jazz e non solo.

Ha collaborato con:

Federico Pierantoni, Federico Califano,Gabriele Evangelista, Francesco Tino, Francesco Ponticelli,Guglielmo Santimone, Emanuele Marsico, Sergio Aloisio Rizzo,Monica Demuru, Stefano Dalla Porta,Bruno Montrone, Maria Pia De Vito,Edoardo Ferri,Matteo Diego Scarcella, Francesco Scaramuzzino Trio,Giovanni Amato, Michela Lombardi, Francesca Tandoi, Eleonora Strino,Vince Abbracciante, Paolo Sorge, Samuel Cerra, Tom Kirkpatrick e altri.

Attualmente suona in diversi progetti: “Quiete Claudio Francica quintett”, “Emanuele Marsico canta Pino Daniele”, “What’s New” Califano Tino Marzano, Alessandro Marzano Quintet “Monk’s Pieces”, Francesco Scaramuzzino Trio “Evening Conversations”.

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