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Nicola Virdò, la mano che ancora guida la pietra di Maria SS. delle Grazie (VIDEO)

Nel cantiere sacro della chiesetta di Maria SS. delle Grazie, l’opera di Nicola Virdò continua. Il suo sogno vive nelle mani dei figli, nei cuori dei volontari, nello sguardo di tutta Stefanaconi.

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Nel cuore di Stefanaconi, tra le case silenziose e il vento che accarezza le pietre del paese, c’è una piccola chiesa che oggi brilla di una luce nuova. È la chiesa di Maria Santissima delle Grazie, il luogo tanto amato da Nicola Virdò, artigiano, volontario, uomo di fede e di comunità. Qui, proprio accanto al cimitero dove ora riposa, si sta compiendo l’ultima opera che porta il suo nome: un progetto iniziato con le sue mani, e che oggi continua grazie all’amore della sua famiglia, all’impegno instancabile dei suoi compagni di viaggio – i volontari del gruppo che lui stesso aveva fondato – e al sostegno vivo della comunità.

Nicola, scomparso improvvisamente il 28 marzo 2025 all’età di 64 anni, era conosciuto da tutti come “u Marmista”. Non solo per il suo mestiere, ma per la maestria con cui sapeva trasformare la pietra in bellezza. Le sue opere, disseminate tra chiese, monumenti e spazi pubblici della provincia di Vibo Valentia, raccontano una storia fatta di pazienza, precisione e arte. Ma raccontano soprattutto l’anima di un uomo che ha dedicato la sua vita non solo al lavoro, ma anche alla famiglia, alla fede e alla comunità.

Nella chiesetta di Maria SS. delle Grazie, che grazie a lui ha conosciuto nuova vita, Nicola aveva dato corpo a un sogno: restituire dignità, bellezza e spiritualità a un luogo sacro. Quel sogno oggi viene portato avanti con amore e coraggio dalla moglie e dai figli, ma anche – e soprattutto – dai volontari che hanno condiviso con lui anni di lavoro, preghiera e servizio silenzioso. Uomini e donne che, nel ricordo vivo di Nicola, continuano a scolpire con le mani e con il cuore, giorno dopo giorno, il progetto che lui aveva tanto desiderato.

Accanto a loro, con discrezione e presenza profonda, c’è Don Maurizio Raniti, guida spirituale della comunità. Il suo sguardo attento, le sue parole sempre misurate ma colme di affetto, sono state per tutti un sostegno nei giorni della perdita e lo sono ancora oggi, mentre la chiesa di Maria SS. delle Grazie continua a prendere forma. Don Maurizio ha condiviso con Nicola non solo la fede, ma anche la visione di una chiesa viva, semplice e accogliente, costruita non solo con pietre, ma con gesti d’amore.

Da quel punto del cimitero in cui riposa, sembra quasi che Nicola possa ancora vedere la sua chiesa, seguirne i lavori, vegliare sul compimento di quel progetto tanto desiderato. E non è difficile immaginarlo, sorridente e silenzioso, mentre osserva i suoi figli portare avanti ciò che lui aveva iniziato, mentre i suoi compagni di volontariato si prendono cura di quel luogo come lui avrebbe voluto.

La comunità di Stefanaconi non dimentica. E oggi, più che mai, sente il dovere di ringraziare. Ringrazia la famiglia Virdò, che con amore e forza continua l’opera. Ringrazia i volontari, custodi silenziosi di una promessa. Ringrazia don Maurizio Raniti, presenza vigile e partecipe. E ringrazia Nicola, per aver dimostrato che la vera grandezza si misura nei gesti semplici, nella fede operosa, nell’amore per la propria terra.

L’opera non è ancora finita. C’è ancora tanto da fare, e ogni pietra che sarà posata porterà con sé la memoria viva di Nicola. Ma già adesso, in quella chiesetta che respira del suo spirito, si sente che qualcosa di eterno è stato scolpito. Tutta Stefanaconi attende con gratitudine e speranza di vederla compiuta: sarà il compimento di un sogno che continua a vivere.

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