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Nicotera, amministrative tra indifferenza e democrazia sospesa

Il rinnovo del consiglio comunale è senza competizione. Si attende l’esito di un provvedimento che potrebbe portare allo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione mafiosa. L’unica lista è quella del sindaco uscente che annovera tra i candidati Carmine Zappia, il cui coraggio è stato esaltato anche dal procuratore Gratteri

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C’è uno strano clima a Nicotera. Un’atmosfera diversa. Quasi di attesa. Il tempo non sembra essere quello che anticipa un appuntamento elettorale quale può essere quello per l’elezione del sindaco e per il rinnovo del consiglio comunale. Quello che si percepisce non è tensione, è più un sentimento di indifferenza. Tutto scorre come se, da un momento all’altro, dovesse arrivare il tanto temuto decreto di scioglimento del consiglio comunale, dopo che la commissione di accesso, inviata dal prefetto di Vibo Valentia, ha concluso la sua fase di indagine.

Si avverte un certa indifferenza verso il voto. Eppure una lista in campo c’è, pronta a confrontarsi con un eventuale decisione del Consiglio dei ministri che potrebbe rimettere in discussione il tutto, e contro anche il quorum da raggiungere, previsto nel caso in cui sia presente una sola lista.

Per il primo caso, l’aspirante sindaco, già primo cittadino, Pino Marasco, può solo aspettare, con ottimismo certo, ma sempre aspettare. Per la seconda sfida non ci dovrebbero essere problemi; la soglia del quorum da superare si è ridotta al 40% degli aventi diritti al voto e la concomitanza con le elezioni europee dovrebbe facilitare il raggiungimento di questo obiettivo. In teoria, almeno. Perché non bisogna trascurare il fatto che ci possono essere elettori che decidono di esprimere il loro voto solo per le europee. Una possibilità, certo, che bisogna pur tenere in considerazione.

Pino Marasco ad ogni modo ci riprova. Si rimette alla volontà degli elettori, anche se la sua lista è un tantino debole in fatto di candidati. Solo nove, rispetto alla possibilità di 12, che rappresentano il totale dei seggi assegnati al comune. Dodici consiglieri da eleggere, nove di maggioranza e tre di opposizione. Considerato che si è in presenza di una sola lista la legge, in questo caso, dispone che, assicurata la validità delle elezioni, sono eletti tutti i candidati della lista in corsa per le amministrative, nove in questo caso ma potevano essere dodici se la lista fosse completa.

Difficile stabilire se la presenza di una sola lista è dovuta al timore che il consiglio comunale possa essere sciolto, oppure se è dovuta al fatto che i cittadini vivono questo momento con attesa, senza voler programmare un futuro politico che allo stato appare incerto.

Pino Marasco, si è detto, ci riprova. Tra i candidati della sua lista spicca anche il nome di Carmine Zappia, commerciante coraggioso che nel 2019 fece arrestare i suoi estorsori e per questo portato a simbolo di uomo simbolo nella lotta al crimine organizzato. Commerciante coraggioso, apprezzato dalle istituzioni, quelle stesse che alla riapertura della sua tabaccheria non fanno mancare la loro presenza. La riapertura registra la presenza dei rappresentanti delle forze dell’ordine, di numerosi sindaci, incluso quello della città capoluogo, guidati dal presidente della Provincia pro tempore. Non è mancata la presenza di Libera e nemmeno quella dell’allora presidente della commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra, presente con un messaggio telefonico. Tra i presenti spiccava anche quella dell’allora procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri. Proprio da Gratteri, allora, l’invito a stare al fianco di Zappia.

Certo la presenza di Carmine Zappia in lista è una presenza che assume un significato importante. Ha una sua dimensione, quasi un sigillo di legalità. Però potrebbe essere anche controproducente nel caso in  cui dovesse intervenire un decreto di scioglimento per infiltrazione mafiosa. Sarebbe imbarazzante, non tanto per lui quanto per lo Stato. Imbarazzante per uno Stato dover provvedere allo scioglimento di un consiglio comunale tra le cui esponenti c’è chi come Zappia è portato a simbolo del coraggio per aver denunciato. Uomo coraggio, tanto che il procuratore Nicola Gratteri ha inviato i cittadini a stare al suo fianco.

Nel frattempo Nicotera aspetta. Aspetta l’esito della consultazione amministrativa. Nicotera Aspetta. Aspetta l’esito di un procedimento avviato dalla Prefettura di Vibo Valentia.

Nicotera aspetta nel mentre la politica si interroga, o dovrebbe almeno farlo, sul fatto che nel Vibonese la democrazia appare sospesa. Sospesa perché quando in una Provincia che registra il primato per comuni sciolti per infiltrazione mafiosa, si assiste alla presenza di una sola lista (Nicotera non è l’unico caso in provincia di Vibo) manca il confronto democratico. L’assenza di un confronto democratico in un consiglio comunale è il preludio della morte della vita sociale di un territorio.

Leggi anche: Amministrative, democrazia sospesa in alcuni centri calabresi

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