martedì, 8 Ottobre 2024

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‘Non sono un mostro’: Mario Molinari risponde alle accuse dopo la tragedia di Lorica

Il fidanzato di Ilaria Mirabelli si difende dalle insinuazioni mediatiche e sociali, ribadendo la sua estraneità ai fatti e fiducia nella giustizia. La tragica morte di Ilaria Mirabelli ha alimentato un processo mediatico ingiusto

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La tragica scomparsa di Ilaria Mirabelli in un incidente stradale a Lorica ha portato a una pioggia di speculazioni mediatiche che, come spesso accade, hanno colpito i protagonisti della vicenda prima che si siano potuti chiarire i fatti. In particolare, Mario Molinari, fidanzato di Ilaria e unica persona uscita illesa dall’incidente, è stato preso di mira non solo sui social ma anche da allusioni provenienti da varie parti, che lo dipingono come il presunto responsabile della tragedia o forse di un femminicidio.
Al momento, è importante ricordare che nessun indagato risulta dalle indagini in corso e che Mario Molinari non è sotto inchiesta. Tuttavia, la sua immagine è stata distorta, gettandolo in un vortice di accuse e insinuazioni che rischiano di compromettere una corretta valutazione dei fatti.
Alcune associazioni come il Centro Antiviolenza Lanzino, le Donne Democratiche regionali e la CGIL hanno lanciato l’allarme, sollecitando la Procura a un maggiore approfondimento della vicenda. Se da una parte è doveroso che ogni ipotesi venga esplorata, dall’altra è fondamentale che queste non si trasformino in processi sommari, lontani dalla logica e dalle prassi che devono rimanere dominio esclusivo della giustizia.
La nostra testata è garantista e crede che solo le aule di tribunale, e non il tribunale mediatico, possano e debbano decidere. Per questa ragione, abbiamo scelto di dare spazio alla versione dei fatti fornita da Mario Molinari, che riportiamo integralmente di seguito.
Dichiarazione integrale di Mario Molinari:
“Mi sono state fatte richieste di intervista onde consentirmi, a detta di chi mi ha contattato, di far conoscere la mia versione dei fatti. Personalmente ritengo doveroso, invece, chiarire che non intendo partecipare ad un ‘processo’ instaurato e celebrato dai mass media e alimentato da ‘pettegolezzi’, presunzioni e ricostruzioni fantasiose che non hanno nessuna valenza rispetto ai fatti così come si sono realmente verificati. I processi si celebrano nelle aule di giustizia e sono fiducioso, pur non essendo nemmeno indagato – è opportuno rammentarlo – che l’Autorità Giudiziaria, attraverso le indagini in corso, chiarirà come realmente si è consumata la tragedia che ha coinvolto me e Ilaria.
Non sarò parte di una costruzione mediatica che mi ha dipinto come un soggetto ‘mostruoso’, come una persona violenta e inaffidabile e ciò perché mai ho maltrattato Ilaria, mai l’ho picchiata, mai sono stato violento in alcun modo con lei. Il giorno in cui è accaduta la disgrazia, per come possono testimoniare i presenti, era per entrambi un giorno di felicità, vissuto serenamente, finché il mondo non ci è caduto addosso. Da allora io sto vivendo il momento più brutto della mia vita, chiuso in casa, privo di voglia fare qualunque cosa, e al dolore per quanto accaduto quel giorno, si aggiunge lo sgomento per quanto si sussegue. Ormai sui social vengo indicato con i peggiori epiteti, additato in ogni modo e rappresentato come un mostro.
Come se ciò non bastasse, questa rappresentazione ha ingiustamente coinvolto anche la mia famiglia, in particolare mio padre, descrivendolo come una losca figura che starebbe cercando di insabbiare le indagini grazie a presunti rapporti e poteri forti. Affermazioni ancora una volta fantasiose e diffamatorie, giacché nessuno della mia famiglia né il sottoscritto ha interferito in alcun modo con le indagini in corso e, anzi, confidiamo in esse. Personalmente ho collaborato per come mi è stato chiesto alle indagini e sono ben disponibile a farlo ogni qualvolta sarà necessario.
Mio padre è un uomo che dopo cinquant’anni di lavoro e di onesto e leale servizio nelle istituzioni pubbliche, vive onestamente e della sua pensione con uno stile e un tenore di vita assolutamente comune, altro che Cosenza bene! Voglio concludere chiedendo io per primo all’Autorità competente di intervenire al fine di far cessare questa campagna diffamatoria e non veritiera che viene quotidianamente fondata su illazioni, sulla manipolazione di circostanze che non si sa nemmeno come siano state apprese e, paradossalmente, proprio sulle dichiarazioni di chi dovrebbe conoscere e rispettare i principi della nostra costituzione e, invece, alla ricerca di pubblicità le infrange giornalmente.
Chiedo, quindi, che si indaghi anche su possibili fughe di notizie che tendono a distorcere la realtà e orientare le indagini. Mi rivolgo anche agli Ordini Professionali, che hanno l’obbligo di vigilare quotidianamente sulla condotta deontologica dei propri iscritti intervenendo sulla loro attività e ricordando loro che la sede del processo è l’aula giudiziaria e che il diritto di cronaca non consente e non autorizza elucubrazioni fantasiose ed ipotetiche totalmente sganciate dalla realtà dei fatti.
Oggi vengo accusato sui media di una gamma alternativa di reati dolosi e colposi che vanno dall’omicidio volontario, allo stalking, all’omicidio stradale, con ciò rendendo evidente il tentativo di alimentare un circo mediatico fondato su teoremi tra loro addirittura incompatibili. Ribadisco che non sarò parte di questo circo e che confido che l’Autorità procedente riuscirà a ricostruire tutta la vicenda, dimostrando la totale assenza di responsabilità in capo al sottoscritto per quanto tragicamente accaduto.”

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