Il nuovo Codice della Strada ha introdotto una serie di norme contro la guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope, ma la sua formulazione imprecisa sta generando numerosi dubbi e preoccupazioni, specialmente tra coloro che assumono farmaci per motivi terapeutici. Il rischio di incorrere in sanzioni o addirittura nella sospensione della patente non riguarda solo chi guida in stato di alterazione, ma anche pazienti che seguono cure prescritte e che potrebbero risultare positivi ai test salivari senza che ciò comprometta le loro capacità di guida.A lanciare l’allarme è il Sindacato Nazionale Farmacieunite, che ha chiesto all’Agenzia Italiana del Farmaco di fare chiarezza sulla questione. Sui social circolano numerosi video ironici sulla possibilità di perdere la patente dopo aver assunto anche solo un comune antistaminico, ma dietro questi contenuti si cela una preoccupazione reale. Alcuni farmaci, infatti, possono generare falsi positivi nei controlli, portando all’applicazione delle stesse penalità previste per chi fa uso di droghe.Questa problematica non riguarda soltanto farmaci che possono effettivamente compromettere la guida, ma anche quelli che, pur essendo del tutto compatibili con la lucidità e la sicurezza al volante, risultano “problematici” per i test imposti dalla nuova normativa. L’assenza di linee guida chiare sta creando tensione tra gli automobilisti che necessitano di cure farmacologiche, portando alcuni pazienti persino a valutare la sospensione della terapia per evitare sanzioni.Anche la Società Italiana di Psichiatria interviene sulla questione, evidenziando il rischio che i trattamenti per le malattie mentali vengano assimilati, dal punto di vista normativo, all’assunzione di sostanze stupefacenti. Questo potrebbe spingere i pazienti a interrompere terapie fondamentali per il loro benessere, con conseguenze potenzialmente gravi. Studi scientifici dimostrano, ad esempio, che è più sicuro guidare dopo aver assunto un sonnifero a dosaggi controllati e aver dormito regolarmente, piuttosto che affrontare la strada in uno stato di privazione del sonno. Lo stesso principio si applica agli antidepressivi: un paziente in trattamento e in condizioni di stabilità psicologica è meno pericoloso alla guida di una persona affetta da disturbi non trattati.Tra i farmaci più a rischio nei controlli stradali rientrano antidepressivi, ansiolitici e ipnoinducenti, ma anche farmaci utilizzati per il trattamento dell’epilessia, come barbiturici e benzodiazepine. In attesa di un chiarimento ufficiale da parte del Ministero dei Trasporti o dell’Aifa, l’unico consiglio utile per chi assume farmaci prescritti è quello di portare sempre con sé la documentazione medica che attesti la terapia in corso, per poter fornire spiegazioni in caso di controllo. La necessità di regole più precise e di una distinzione chiara tra farmaci che alterano la capacità di guida e quelli che influiscono solo sui test risulta sempre più urgente, per evitare ingiustizie e garantire un’applicazione equa della normativa.
Nuovo Codice della Strada: farmaci sotto accusa, rischio sospensione patente per i pazienti in terapia
L’interpretazione imprecisa della normativa potrebbe penalizzare chi assume farmaci prescritti, generando falsi positivi nei test salivari. Farmacie e psichiatri chiedono chiarezza per evitare ingiustizie
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