GOVERNATORE DELLA CALABRIA E SOPRATTUTTO, COMUNISTA. Il Presidente della Regione Calabria, Occhiuto, non solo fa un accordo per pararsi, per qualche anno, (anno che sta per scadere), il baldacchino dal rischio dell’accusa d’interruzione del pubblico servizio, visto che da tre anni ha voluto poteri assoluti in campo sanitario, (e tra poco si rivota in Calabria) con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, con il Governo Comunista di Cuba per avere Medici, ma richiama in vita il Prof.Romano Prodi. Proprio colui che fino a ieri, le destre calabre avevano dichiarato fuori legge a causa delle dichiarazioni dello stesso mortadella intorno ai Centri di detenzione per stranieri Albania-Calabria. E che cosa è successo, appena ieri? È successo che a Vibo Valentia, per la prima volta, Occhiuto è stato messo alla berlina dalla Gente e dall’unico Consigliere Regionale che gli fa opposizione, Antonio Lo Schiavo sulla bufala inventata intorno alla rimodulazione dei fondi per la messa a norma dell’ospedale Jazzolino e alla costruzione del nuovo ospedale di VV. Bene, con una mossa audace, degna di un grande giocatore, che fa? Ritorna a ciò che il Comunista Romano Prodi, nel 2007, finanziando la costruzione di ben quattro nuovi ospedali in Calabria, aveva fatto. Vedendo l’urgenza e, dico io, la ‘Ndrangheta, Prodi decretò che gli Ospedali Calabresi, in accordo con Loiero, dovevano essere costruiti con poteri di Protezione Civile e, se sbaglio non faccio, ma non faccio, nominò un Commissario ad Acta, quello che ora vuole Occhiuto. Ora, dopo 18 anni e dopo che in Calabria non c’è più sanità pubblica. Ma come fini la cosa? E come fini: a carte a quarantotto. Nel 2010, la nuova Giunta Regionale di destra, della quale Occhiuto era parte fondamentale, decise di fare altro. Stracciò quell’accordo e ne fece uno tutto nuovo con Infrastrutture Lombarde. Il resto è la realtà attuale. Quando un ergastolano è in fin di vita, persino lo Stato s’impietosisce e, per gli ultimi giorni di vita, lo manda a casa. Ottenuta l’autonomia differenziata, questo Governo tutto concederà alla Calabria, tanto, la Calabria è già morta perchè non ci sono più medici e i concorsi vanno tutti deserti. La medicina, tutti i vari Governi, l’hanno resa di classe e i pochi medici che sono rimasti in Italia, stanno fuggendo all’estero o verso le strutture del Nord che li potranno pagare il quadruplo rispetto alla Calabria, oltre a garantirgli organizzazione logistica e scientifica che li protegge e scuda totalmente. Quando io nascerò una seconda volta e mi farò nuovamente Medico, col piffero che rimango in Calabria per altri 38 anni. Ho sentito, anche, che, sempre, presi da questa ansia di carità paternalistica-caritatevole-compassionevole, il Governo Meloni concederebbe alla Calabria l’uscita dal Piano di Rientro. E già, dopo che i buoi sono scappati dalle stalle du Massaru Carmine e dopo aver saccheggiato per 20 anni, Santa Chiara, ora mettiamo le porte di ferro, dopo che da Santa Chiara-Calabria si sono rubate pure le ostie consacrate. Leggo che sarebbero stati approvati I bilanci assenti da 12 anni. Cosa hanno approvato? “Non necessariamente corredati da documentazione” e quindi, che hanno approvato? Chi ha avuto la sventura di conoscere a fondo quei meccanismi, come è capitato a me, sa cosa vuol dire “non necessariamente” e cosa potrebbe comportare per i prossimi 10 anni, il tempo stimato prima della totale desertificazione etnica di questa Regione. Ma, comunque vada, andavano approvati perchè la forma non è sostanza. E, questo è un modo facile. Fu mortale per me, tentare di approvare i bilanci ricostruendo tutti i percorsi fatti dalle fatture, una ad una e incrociare, poi, i dati e scoprire, così, un mondo di ladri. Io ho perso e la nuova Calabria ha vinto. Tanto la Sanità Pubblica è finita per sempre ma nulla deve apparire, perchè, dicevo, le elezioni regionali incombono e tutto il fumo che arriva è grasso colante.
Occhiuto chiama Prodi e rispolvera i vecchi trucchi: la sanità calabrese tra propaganda, fallimenti e il funerale della sanità pubblica
Dopo aver affossato la sanità con poteri assoluti, il governatore della Calabria tenta la carta del commissariamento “alla Protezione Civile” per salvarsi in vista delle elezioni. Ma la realtà è una sola: ospedali fatiscenti, medici in fuga e bilanci fantasma approvati “non necessariamente” con documentazione
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