Operazione antimafia tra Calabria e Lombardia: supermercato lombardo al centro di un sistema di frode e riciclaggio

Un’organizzazione criminale ben strutturata aveva messo in piedi un complesso sistema di intestazioni fittizie e truffe che coinvolgeva almeno dodici esercizi commerciali tra la Calabria e la Lombardia. L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, ha portato all’emissione di misure cautelari nei confronti di ventidue indagati, accusati di far parte di un’associazione mafiosa. L’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, Gilda Danila Romano, ha svelato un sofisticato sistema di riciclaggio di denaro illecito attraverso la gestione occulta di attività commerciali.Al centro dell’inchiesta emerge il ruolo di un supermercato in Lombardia, utilizzato come copertura per operazioni illecite legate all’evasione fiscale e alla frode. La strategia adottata dall’organizzazione prevedeva la creazione di società fittizie intestate a prestanome, uno stratagemma utile per celare i veri gestori e facilitare transazioni fraudolente. L’indagine ha inoltre rivelato una rete di attività economiche, tra cui negozi e ristoranti, impiegati per occultare e riciclare proventi derivanti da estorsioni, usura e traffico di droga.L’influenza della ‘ndrangheta si manifestava nel ferreo controllo del territorio esercitato dal gruppo criminale, che imponeva la propria presenza con metodi intimidatori. Attraverso minacce e violenze, gli affiliati garantivano la protezione dei propri interessi economici, eliminando qualsiasi forma di concorrenza e consolidando il dominio sulle attività locali. Le accuse mosse nei confronti degli indagati spaziano dall’associazione mafiosa all’intestazione fittizia di beni, dal riciclaggio alla truffa aggravata, delineando un quadro di criminalità organizzata radicata e operativa su più livelli.