Come promesso, Papa Francesco si è affacciato dalla Loggia delle Benedizioni per il tradizionale messaggio pasquale Urbi et Orbi, accolto da un lungo e caloroso applauso dei 35mila fedeli radunati in piazza, secondo le stime dei media vaticani. Visibilmente affaticato, il Pontefice ha pronunciato poche parole per augurare con voce flebile “Buona Pasqua” al mondo, affidando poi la lettura integrale del messaggio a Monsignor Diego Ravelli, maestro delle cerimonie liturgiche.
La Pasqua 2025, celebrata quest’anno nella stessa data sia dai cristiani d’Oriente che d’Occidente, ha visto la partecipazione di migliaia di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. La celebrazione è cominciata con il rito del Resurrexit ed è stata presieduta dal cardinale Angelo Comastri.
Il cuore del messaggio pasquale di Francesco è stato un accorato invito alla speranza e alla pace: “Vorrei che tornassimo a sperare che la pace è possibile”, ha scritto il Papa, ricordando le troppe guerre che devastano il mondo, ma anche le forme quotidiane di violenza domestica e sociale. “Quanta volontà di morte vediamo ogni giorno… quanta violenza nelle famiglie, contro le donne e i bambini… quanto disprezzo verso i più deboli, gli emarginati, i migranti!”, è stato il suo grido di dolore.
Il Pontefice ha richiamato alla responsabilità collettiva, in particolare quella dei leader politici, affinché non si ceda alla “logica della paura che chiude”, ma si investa in aiuti umanitari e sviluppo. “Le armi della pace sono quelle che costruiscono il futuro, non quelle che seminano morte”, ha sottolineato, ribadendo con forza che “nessuna pace è possibile senza un vero disarmo”.
Francesco ha chiesto di mantenere “il principio di umanità come cardine del nostro agire quotidiano”, ammonendo sul rischio di dimenticare che “non vengono colpiti bersagli, ma persone con un’anima e una dignità”.
Nell’omelia scritta per la Messa di Pasqua e letta dal cardinale Comastri, il Papa ha invitato i fedeli a “scrostare la polvere dell’abitudine, della stanchezza e del disincanto”, esortando ciascuno a vivere la fede come slancio, come corsa verso il Risorto. “Non possiamo parcheggiare il cuore nelle illusioni di questo mondo o rinchiuderlo nella tristezza; dobbiamo correre, pieni di gioia”, ha scritto.
Infine, un messaggio di fiducia: “Possiamo vivere questa esistenza povera, fragile e ferita aggrappati a Cristo, perché Lui ha vinto la morte… Corriamo incontro a Gesù, riscopriamo la grazia inestimabile di essere suoi amici”.
Anche nel giorno della Resurrezione, Papa Francesco ha voluto parlare al cuore del mondo: con voce flebile, ma con forza dirompente.