mercoledì, 14 Maggio 2025

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Pasqua d’oro (per Ryanair). Di vergogna (per la Calabria)

Mentre Occhiuto e Franchini brindano ai like e ai “numeri”, i calabresi pagano 500 euro per un volo. I milioni pubblici bruciati in propaganda e incentivi, e intanto le famiglie rinunciano a tornare a casa. Altro che voli low cost: qui si vola nella presa in giro

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La grande truffa dei cieli: Ryanair e il salasso di Pasqua ai danni dei calabresi

Daniele Rossi, ex presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, imprenditore serio e manager di lungo corso del marchio Guglielmo, non è l’ultimo influencer da tastiera. Quando parla di numeri, lo fa con la lucidità di chi ha governato aziende e istituzioni. E questa volta ha messo nero su bianco, pubblicamente, ciò che in Calabria denunciamo da mesi: il “grande inganno Ryanair”, la compagnia low cost che di low ha mantenuto solo la qualità, mentre i prezzi, a Pasqua, volano alle stelle.

Una semplice simulazione: volo Milano–Lamezia, andata e ritorno dal 17 al 22 aprile. Risultato? 485 euro con Ryanair, 636 con ITA Airways, 448 con EasyJet. Prezzi da infarto, altro che “Calabria destinazione turistica del futuro”.

Lo sfogo social e la rivolta nei commenti

La denuncia di Rossi ha fatto esplodere un’ondata di commenti indignati. C’è chi, come Gabry Dattolo, racconta di dover lasciare i figli a Torino per le feste: “Solo per colpa di questi prezzi assurdi. Ci vogliono almeno 1200 euro”. E c’è Felice Brasile, che affida la figlia a un autobus per 13 ore d’autostrada: “Grazie ai nostri grandi politici calabresi”, dice sarcastico, accompagnando il messaggio con emoticon furibonde.

Riccardo Muzzi va al punto: “Quando Occhiuto capirà che il problema non sono le nuove rotte ma i costi da sostenere…”. Maria Elena Liotti rincara: “Tranquillo, lui è convinto che in questa Calabria straordinaria arrivano milioni di turisti!”. Ironia amara, ma precisa.

E poi c’è Gerardo San Iellamo, che affonda il colpo con lucidità: “La situazione è tragica, se non ridicola. Il costo di un volo da Zurigo per Pasqua è più basso. E se aggiungiamo noleggio auto e carenza di mezzi pubblici, siamo alla follia”. Il problema? Non è solo la domanda-offerta, ma il vuoto infrastrutturale e la totale assenza di una strategia di lungo periodo.

Tutta colpa delle compagnie aeree? No, anche (e soprattutto) della politica

Il dibattito acceso dimostra che la misura è colma. Il consigliere regionale Davide Tavernise (M5S), da tempo voce fuori dal coro, ha colto il punto: “Il caro trasporti si abbatte sulla Pasqua dei calabresi e Occhiuto che fa? Celebra i numeri sui social. Ma se un volo costa 500 euro per tornare da Milano, a cosa servono le nuove tratte?”.

Il paradosso? I milioni pubblici versati a Ryanair con l’obiettivo dichiarato di rendere accessibile la Calabria. Lo scrive bene Salvatore Veltri: “Il patto tra Regione Calabria e Ryanair sta producendo questi risultati sulla pelle dei calabresi. Bloccare tutti gli incentivi è un dovere”. E Tavernise conferma: “Con i nostri soldi, loro ci guadagnano il triplo”.

Una Regione che paga per essere derisa

L’analisi è spietata, ma necessaria. La Calabria spende, Ryanair incassa. I social media manager della Cittadella sparano numeri a raffica, celebrano l’aeroporto di Lamezia come porta del Sud, mentre il cittadino che vuole tornare a casa paga il volo come se stesse attraversando l’Atlantico. A Pasqua, a Natale, in estate. Sempre.

Dove sono finiti i voli calmierati? Le promesse di mobilità per gli emigrati? Le “strategie turistiche” vendute come successi?

La grande ipocrisia del marketing istituzionale

La Calabria viene spinta come “destinazione top”, ma chi deve arrivarci (che sia un turista o un calabrese che torna per abbracciare i genitori) è vittima di un sistema che ingrassa le compagnie e punisce le persone. L’ex presidente Rossi lo dice chiaramente: siamo ostaggio di una compagnia che si nutre dei soldi pubblici calabresi e, invece di calmierare i costi, li gonfia nei periodi di maggiore necessità.

La responsabilità? Non solo delle compagnie, ma di chi ha stretto patti opachi con loro. Di chi vende fumo social mentre la gente si indebita per tornare a casa. Di chi usa la comunicazione istituzionale come una macchina di propaganda, invece che come uno strumento di trasparenza e sviluppo.

Basta bugie, servono soluzioni

I commenti degli utenti, dei cittadini, delle famiglie che rinunciano a rientrare per Pasqua, sono uno schiaffo alla narrazione patinata di una Regione che “vola alto”. Volano solo i prezzi. E la credibilità dei nostri amministratori, quella sì, cade in picchiata.

Smettiamola di finanziare col denaro pubblico il marketing fallimentare del duo Occhiuto-Franchini. Basta con la narrazione di successi che esistono solo nei reel sponsorizzati. Se si vuole davvero attrarre turisti e facilitare i rientri, si inizi a garantire trasporti accessibili, infrastrutture degne di questo nome e rotte utili, non solo redditizie per Ryanair.

Altrimenti, la Calabria continuerà a essere l’ultima fermata del treno delle promesse. E la prima destinazione dell’abbandono.

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