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Pasquetta all’insegna del turismo lento, ossigeno per l’economia

Numeri importati per un settore che guarda con ottimismo alla stagione estiva, nonostante la politica

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Pasquetta, giornata di gita fuori porta. Scampagnata o pranzo al ristorante. Giornata di quel turismo lento che ultimamente va per la maggiore. Il turismo lento è anche cultura. Visita a musei o aree archeologiche pubbliche, oggi eccezionalmente aperti. Archiviata la Settimana santa con i suoi riti tradizionali, le imprese turistiche guardano con ottimismo alla giornata di oggi che sarà un primo banco di prova in vista della stagione estiva, intermezzata anche dal grande ponte che va dal 25 aprile al 1 maggio.

Già la Settimana santa con i suoi tradizionali riti rappresenta un bilancio positivo per il turismo. Riti tra paganesimo e religiosità che conservano sempre il loro fascino, immutato da secoli. Un richiamo popolare che rivitalizza i centri calabresi, dal più grande al più piccolo e che hanno il pregio di ridare armonia, anche se per pochi giorni, persino al più minuscolo centro calabrese. Riti, tradizioni che appartengono alla storia secolare della Calabria. Riti che si tramandano, identità dei luoghi, che rappresentano dei piccoli tasselli di quel più grande patrimonio immateriale dell’umanità. Archiviata la settimana santa, si è detto, si guarda a pasquetta per tracciare un primo bilancio di presenze. Già la giornata di Pasqua, complice anche il bel tempo, anteprima estiva, registra una grande presenza di visitatori nelle località più gettonate della Calabria, Tropea su tutte certo, ma anche Reggio con il suo lungomare e altre località che evidenziano una significativa presenza che rappresenta un valore economico in più a quel turismo lento che smuove l’economia locale.

Turismo lento, opportunità per gli operatori

Turismo lento, certo, con gli agriturismo tra i più gettonati, per la loro ospitalità quasi familiare; per i menù con prodotti a chilometro zero; per i piatti che hanno il profumo e il sapore della tradizione. Una pasquetta all’insegna dell’agriturismo, del pernottamento in B&B, del pranzo al ristorante e delle visite ai centri storici, località d’arte con i loro musei e aree archeologiche aperte. Pasquetta all’insegna del turismo lento anche per chi opta per il pranzo in famiglia per poi uscire nel pomeriggio.

La Calabria turistica tira un sospiro di sollievo. A dire il vero il dopo “pandemia” ha rappresentato per la regione una nuova opportunità di riscatto. Nonostante le sue debolezze, le sue fragilità, i suoi disservizi sulla mobilità pubblica, spesso inesistente, la Calabria resta sempre tra le mete più gettonate dagli italiani. Nonostante tutte queste debolezze, a cui la politica deve trovare soluzione, la Calabria rappresenta quel qualcosa per cui vale la pena spostarsi.

Primo banco di prova prima dell’estate

Pasquetta come banco di prova generale per il turismo. I dati parlano di tutto esaurito o quasi. Alberghi e ristoranti offrono il meglio per intercettare una clientela sempre più esigenze. Menù a prezzo fisso, con possibilità di scelta tra carne o pesce con una piccola variazione sul prezzo, per richiamare anche quelli dell’ultimo minuto. Bilancio positivo, dunque. Da queste feste si stimano numeri importanti per il turismo. Numeri importanti per un settore potenziato da un concentrato di cultura, gastronomia e sano divertimento. Numeri importanti che in questo primo approccio di vacanza richiamano alla necessità di come agricoltura, turismo e beni culturali devono necessariamente comunicare tra loro, elaborare strategie comuni di sviluppo, creare nuove opportunità e promuovere una Calabra che nonostante le sue carenze, i suoi disservizi, la sua quasi inesistente mobilità pubblica, rappresenta comunque una delle mete preferite non solo dagli italiani.

Pasquetta con il tutto esaurito

Pasquetta con il suo tutto esaurito, con le sue gite fuori porta e con le sue passeggiate nei luoghi d’arte o nelle località marine e montane, ha vinto questa prima scommessa. Il turismo prova a respirare, riprende fiato. Nonostante la politica e la sua incapacità di aggiungere ciò che manca ad un settore che rappresenta una parte significativa per l’economia calabrese.

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