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Realtà virtuale a scuola: entro il 2024 Meta lancerà il metaverso in Italia

Mark Zuckerberg, informatico e imprenditore statunitense, conosciuto per essere uno dei fondatori del social network Facebook, a breve porterà il metaverso anche nelle scuole italiane

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Il metaverso, l’evoluzione di Internet, mette insieme dimensione virtuale e mondo reale.
Il “metaverso a scuola” è un concetto che si sta diffondendo sempre di più, grazie all’avvento della realtà virtuale. In questo contesto, gli studenti possono partecipare virtualmente alle lezioni, esplorare concetti in modo coinvolgente, collaborando tra loro e gli insegnanti. Il servizio sarà disponibile attraverso la piattaforma ”Quest for Business”.
La società Meta (ai più conosciuta come Facebook), per lo sviluppo del processo del suo ”metaverso”, sta coinvolgendo un eterogeneo team di esperti.

Il progetto fantascientifico di Meta “E’ il risultato di numerose consultazioni e collaborazioni attivate con educatori, ricercatori e sviluppatori terzi, operanti nel settore dell’istruzione in tutto il mondo”, si legge su un post ufficiale di Nick Clegg, Presidente di ”Affari Globali”. Queste tecnologie rendono reali cose impossibili nel mondo fisico ”Invece di raccontare agli studenti com’erano i dinosauri – sottolinea il Presidente di ”Affari Globali” – sarà possibile muoversi e camminare direttamente in mezzo a loro. Si potranno realizzare laboratori di scienze virtuali, con attrezzature che la maggior parte delle scuole non potrebbe mai permettersi. Verranno meno i rischi legati ad attività di formazione professionale, potenzialmente pericolose. Gli istituti di istruzione e formazione rappresentano un mercato di rilievo per i prodotti tecnologici- rimarca Nick Clegg – e vediamo un numero sempre maggiore di sviluppatori che creano e rilasciano app dedicate a questo settore”.
Dati incoraggianti, diffusi direttamente da Clegg, riguardanti il ”Morehouse College”, dimostrano che gli studenti che nel 2022 hanno usato la tecnica di apprendimento in modalità VR (Realtà Virtuale), hanno ottenuto un punteggio medio finale di 85, rispetto al 78, ottenuto con metodo di studio classico. inoltre, un sondaggio dell’Associazione XR ha rilevato che il 77% degli educatori ritiene che queste tecnologie accendano la curiosità e migliorino il coinvolgimento in classe. Con buona pace dei detrattori, secondo cui i visori Quest sarebbero pesanti e costosi, c’è da dire che si tratta pur sempre di apparecchiature al primo stadio di produzione, alla fase embrionale del progetto.
Ma Clegg sostiene che in un bilanciamento fra pro e contro, abbiano maggiore peso i vantaggi, nel settore dell’insegnamento senz’altro. Migliorabili nel tempo. In un ipotetico futuro, le lezioni di storia potrebbero realizzarsi sulle strade dell’antica Roma, “E i ragazzi potrebbero ridacchiare e dire: “Oh, guardate, c’è Bruto che affonda un coltello nella schiena di Giulio Cesare” ha commentato Clegg ad Axios, rimarcando che “Lo scopo della tecnologia immersiva è proprio quello di andare ben oltre gli schermi e di avere la sensazione di abitare uno spazio condiviso”.

Dall’aula fisica al laboratorio virtuale

Il metaverso è un ambiente virtuale tridimensionale, in cui gli utenti interagiscono con oggetti ad hoc, spesso attraverso avatar che rappresentano la loro presenza fittizia.
La trasformazione di un’aula fisica in un luogo digitale, rappresenterebbe un cambiamento significativo della concezione tradizionale di apprendimento. La creazione di un ambiente virtuale, in cui gli utenti possano interagire, promuoverebbe la partecipazione. Il lavoro di gruppo sarebbe agevolato dalla piattaforma digitale. Lezioni e attività educative si svolgerebbero a distanza nello spazio, ma avverrebbero come in un’aula fisica.

La didattica con Quest

Meta evidenzia il lavoro di istituti che già utilizzano i dispositivi Quest. Nel settore dell’istruzione c’è un crescente interesse nell’integrare realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR). I casi di successo, in cui la tecnologia sta migliorando l’esperienza di apprendimento degli studenti, sono in evoluzione rapida.
Alla New Mexico State University, le lezioni di diritto penale vengono impartite rendendo possibile la partecipazione degli studenti a scene di crimine virtuali. Sperimentando così nuove e efficaci tecniche di apprendimento nel settore della criminologia. Un esempio intrigante di come la tecnologia possa arricchire l’esperienza di apprendimento. Portare gli studenti in una dimensione immersiva, dove si può assistere a scene di crimine virtuali e apprendere le tecniche di investigazione, offre una prospettiva unica e coinvolgente. In una scena del crimine ricostruita digitalmente con piattaforma Quest, si esaminano facilmente dettagli e prospettive diverse. La rappresentazione delle procedure investigative apprese nei libri di testo, aiuta gli studenti a collegare la teoria con la pratica, in modo tangibile e memorabile.

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