Dopo la Brexit, il Regno Unito ha deciso di imporre ulteriori restrizioni sull’immigrazione, mettendo in difficoltà centinaia di giovani italiani che speravano di trovare lavoro nel Paese. Il governo Sunak ha introdotto nuove norme anti-immigrazione a partire dal 1 aprile, rendendo più difficile per i giovani italiani ottenere il visto per motivi di lavoro.
Una delle principali restrizioni è legata al salario annuo richiesto per poter essere sponsorizzati da un’azienda nel Regno Unito. Ora, per poter ottenere il visto, è necessario avere uno stipendio di almeno 38.700 sterline, un incremento significativo rispetto ai precedenti 26.200 sterline. Questa nuova regola ha messo in difficoltà molti giovani italiani che si trovano nel Paese per motivi di studio o lavoro e che ora rischiano di non poter prolungare il loro soggiorno.
Il governo inglese ha dichiarato l’intenzione di ridurre il numero di ingressi nel Paese, favorendo l’ingresso solo di personale qualificato. Questa decisione potrebbe comportare una diminuzione significativa degli arrivi di cittadini europei, incluso gli italiani, che desiderano trasferirsi e lavorare nel Regno Unito.
Inoltre, sono previste ulteriori restrizioni sui visti per studenti e per i lavoratori socio-sanitari o di bassa manodopera. Anche coloro che desiderano ricongiungersi con un familiare nel Regno Unito dovranno far fronte a nuove sfide, come il requisito di un salario minimo più elevato per ottenere il visto.
In questo contesto, diventa sempre più complicato per i giovani italiani trovare opportunità di lavoro nel Regno Unito e il numero di nuovi arrivi potrebbe drasticamente ridursi nei prossimi anni. Le restrizioni imposte dal governo inglese stanno cambiando il panorama dell’immigrazione nel Paese e stanno creando ostacoli per i giovani italiani che sperano di costruire una carriera oltremanica.
La strada per lavorare e vivere nel Regno Unito si fa sempre più stretta per i giovani italiani, che dovranno affrontare nuove sfide e adattarsi a un sistema che favorisce solo determinate categorie di lavoratori qualificati.